Sebbene siano spesso utilizzati come sinonimi, i concetti di prefazione e introduzione sono tecnicamente molto diversi tra di loro. Ma quale è la differenza tra prefazione e introduzione? Quali sono le caratteristiche dei due vocaboli?
Cos’è la prefazione
Cominciamo con una breve panoramica sulla prefazione. Non sfugge, anche ai meno esperti, come la prefazione costituisca una delle parti più importanti del testo, visto e considerato che è posta all’inizio del volume e, molto spesso, è realizzata da persone autorevoli che “presentano” al lettore l’opera.
Sia che si tratti di un romanzo, sia che si tratti di un saggio, la prefazione rappresenta un vero e proprio accompagnamento privilegiato, una parte integrante del volume che, posto in suo principio, viene generalmente curato da una firma ambita e affermata che, con la sua autorevolezza, presenta il testo o l’autore (o entrambe le cose!).
La prefazione è dunque un testo realizzato da un soggetto diverso rispetto all’autore ed è generalmente una parte del volume che si trova con molta più frequenza nei saggi, rispetto ai romanzi.
Per quanto riguarda la collocazione, come abbiamo già avuto modo di ricordare in più occasioni, si tratta di una porzione di testo che si trova all’inizio del volume. Ne è distinta, spesso, con il ricorso a un particolare carattere (corsivo), proprio per rafforzare la distinzione della “firma”.
Cos’è l’introduzione
L’introduzione consiste invece nella possibilità di esporre ciò che il libro tratta, quale sia il suo orientamento e la sua impostazione.
Scritta prevalentemente dallo stesso autore del volume, l’introduzione serve dunque a chiarire in maniera esplicita di che cosa tratterà il libro, permettendo così al lettore di mettersi nei panni dell’autore, e comprendere quali sono stati gli orientamenti seguiti nella sua redazione.
Si tenga anche conto che, sebbene sia posizionata prima del testo principale all’interno del volume, di norma l’introduzione è l’ultima cosa che viene scritta dall’autore! Solamente a opera conclusa, infatti, l’autore potrà avere davanti a sé il testo che desidera – appunto – introdurre. Sarebbe dunque difficile scrivere l’introduzione di qualcosa che è ancora incompleto, con il rischio di far sembrare l’introduzione poco connessa con il resto del volume.
Contrariamente alla prefazione, inoltre, l’introduzione è generalmente scritta con lo stesso carattere del resto del testo, dandone una maggiore continuità e facendo intendere che l’autore di entrambe le parti è il medesimo.
Quali sono le differenze
Traendo gli spunti opportuni, abbiamo dunque voluto riassumere le tre principali differenze che sussistono tra la prefazione e l’introduzione.
In particolare:
- la prefazione serve a presentare il testo e il suo autore, spesso facendo leva sull’autorevolezza del presentatore, che si rivolge al lettore al fine di accompagnarlo verso la conoscenza dell’opera e di chi l’ha realizzata; l’introduzione è invece un testo che serve a chiarire quali siano stati gli orientamenti compiuti dall’autore nella redazione del testo;
- la prefazione è di norma scritta da un’altra persona e, in particolar modo, da un nome conosciuto come o più dell’autore stesso. Spesso l’autorevolezza di chi realizza la prefazione è talmente importante che nella copertina dei volumi si troverà in bella mostra tale riferimento (Prefazione a cura di…). Di contro, l’introduzione è realizzata dallo stesso autore;
- proprio per poter rafforzare la distinzione tra le diverse firme, nella prefazione si utilizza generalmente un carattere diverso, quello corsivo. Di contro, nell’introduzione si punta a utilizzare lo stesso carattere con cui è realizzata la parte rimanente del testo, dando così una maggiore sensazione di continuità tra le varie parti del volume.
Concludiamo infine con un breve riferimento ad un’altra porzione di testo che generalmente si trova prima della parte principale dell’opera, il preambolo, il cui obiettivo è quello di presentare nozioni generali relative alle vicende trattate.