“Per tre mesi ho girato l’Italia e ho sempre ripetuto che qualora non avessimo ottenuto la maggioranza assoluta avrei proposto ai partiti un contratto vincolante sul programma. Avevo anche ribadito più volte che non avevamo un interlocutore preferito, ma che avremmo parlato con tutti. È quello che stiamo facendo. Il prossimo sarà il governo dei cittadini, non dei partiti. Il contratto alla tedesca servirà a mettere nero su bianco le azioni immediate per migliorare la qualità della vita degli italiani per interpretare al massimo lo spirito della terza repubblica. Non si tratta di alleanze. Un’alleanza è uno scambio di poltrone, un do ut des di potere. Non ci interessa. Siamo nati per fare altro”. Lo scrive in una lettera aperta al Corriere della Sera il leader Cinquestelle Luigi Di Maio, di fatto un appello al Pd con il quale mette nero su bianco i punti in comune dei programmi delle due forze politiche.
“Lo studio del professor Della Cananea – scrive Di Maio – ha individuato i punti in comune tra il nostro programma e quello del Pd e oggi vorrei passare in rassegna i principali e lanciare un appello: realizziamoli per il bene superiore degli italiani. Sono fiducioso perché sulla carta — la carta dei programmi — ci sono tanti punti di convergenza che vanno nella direzione di soddisfare le esigenze dei cittadini, nostro unico interesse. Non ci illudiamo che i programmi elettorali abbiano sempre una valenza ma adesso è il momento di mettere alla prova la politica affinché dimostri che non si tratta solo di parole, ma di obiettivi concreti che si possono tradurre in fatti, con tempi e procedure concordate”.
Il leader Cinquestelle elenca poi i punti del programma che un eventuale governo Pd-CinqueStelle potrebbe condurre in porto. Tra questi la reintroduzione dell’articolo 18, la lotta alla mafia e alla corruzione, la riduzione delle aliquote Irpef, il dimezzamento dell’Irap per le imprese, i tagli degli sprechi e dei costi della politica.