DI FRANCESCO “GRAN DERBY, EQUILIBRIO FONDAMENTALE”

“Nelle parole che ho detto ai ragazzi dopo il derby ho ribadito l’importanza di un concetto, l’equilibrio: ho parlato solo di quello. Bisogna lavorare e dare continuità a quello che stiamo facendo. La gara è stata ottima, il derby vale doppio come vittoria, ma l’equilibrio è fondamentale, serve continuità negli atteggiamenti e nel modo di stare in campo”. Domani sera all’Olimpico arriva il Viktoria Plzen e la Roma, dopo la sconfitta in casa del Real Madrid, è costretta a battere i cechi per lasciare intatte le ambizioni di qualificazione alla seconda fase della Champions League. Senza De Rossi e Pastore, e con Kolarov in dubbio per una frattura a un dito, la fascia di capitano dovrebbe andare al ‘jolly’ Florenzi: “Alessandro vuole stare in campo, ma il ruolo che sente principalmente è quello del terzino – spiega in conferenza stampa il mister giallorosso – Poi sono io a scegliere dove metterlo. L’anno scorso con Florenzi terzino destro abbiamo fatto benissimo. Lui può fare tutti e due i ruoli. È un vantaggio averlo a disposizione”. Il modulo, assicura ‘DiFra’, può cambiare anche in corso d’opera: “Ho lavorato tanto sul 4-3-3, come sto lavorando molto sul 4-2-3-1. Nelle interpretazioni delle gare possiamo alternare i due sistemi di gioco. Anche nel derby con l’ingresso di Cristante mi sono messo 4-3-3 per poi finire con il 5-3-2. Spesso dipende dagli avversari e si può modificare a partita in corso. È un vantaggio in più che abbiamo in questo momento”. Detto che Kluivert potrebbe giocare anche dal primo minuto, l’ex coach del Sassuolo affronta anche il capitolo Dzeko: “Edin deve ritrovare solo il gol, l’attaccante vive di quello. A me è piaciuto nel derby e, a parte una decina di minuti, è ripartito alla grande. È stato importante nel primo gol e in tante altre situazioni. Me lo tengo stretto, gli attaccanti vanno anche coccolati. È troppo importante come calciatore per noi e sono certo che ritroverà la via del gol che gli permetterà di riaffrontare le gare in serenità”. Nessun problema tattico dietro al suo digiuno: “Non cerchiamo sempre il pelo nell’uovo. Che devo fare? Farlo partire più dietro? Ha avuto opportunità per fare gol. Mi auguro che li ritroverà presto. Ne fa di bellissimi di solito, magari un gol semplice potrebbe aiutare. Io sono sempre contento quando segnano gli attaccanti, perché a livello psicologico trovano qualcosa in più anche per aiutare in fase difensiva. I gol dipendono sempre da tanti fattori e spesso ripuliscono la testa da tanti dubbi”. Nzonzi e Santon, per Di Francesco, sono la prova evidente che la Roma non ha carenze di preparazione: “L’allenamento è alla base della prestazione. Giudicavate male la prestazione fisica, ma mi dite come avrei potuto cambiarla in soli sei giorni? Nel calcio è fondamentale saper unire tre qualità: fisiche, tecniche e mentali. Senza queste componenti non si va da nessuna parte”. Dopo aver trovato equilibrio con il 4-2-3-1, domani la Roma potrebbe tornare al 4-3-3: “A me non piace cambiare moltissimo. Però bisogna essere bravi a leggere le situazioni. A oggi si è parlato moltissimo del Viktoriz Plzen. Secondo me è una squadra tosta da affrontare, di grande fisicità, di struttura con un attaccante, Cramicic, che ha grandissime potenzialità, mena a tutti i difensori e attacca gli spazi. Al di là del sistema di gioco dobbiamo capire che andiamo ad affrontare una squadra ad armi pari a livello fisico, facendo poi valere la nostra tecnica. Questi concetti esulano dai sistemi di gioco. Domani metterò tutti i giocatori che sono nelle condizioni di poter rendere”. Se Olsen si sta sempre più adattando alla sua difesa, domani potrebbe toccare dal pronti e via a Luca Pellegrini: “Deve continuare a lavorare con grande umiltà. Ha 15 minuti in Serie A. Contro il Frosinone è entrato sul 3-0 ma non per caso, perché lo meritava. Non è detto che in una di queste gare non possa esordire dal primo minuto. Lo tengo in considerazione perché è in crescita. Dipende sempre da lui. Spesso la formazione – conclude Di Francesco – non la fanno gli allenatori ma gli atteggiamenti, i calciatori stessi e i compagni quando si mettono a disposizione”.
(ITALPRESS).

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