Completa sterilizzazione dei 23 miliardi di clausole Iva, rapporto deficit-Pil al 2,2% e una crescita dello 0,6%. Sono i primi numeri della nota di aggiornamento al Def. “Siamo convinti di poter imprimere un cambio di passo alla politica economica già con la prossima Legge di Bilancio e che si sia aperta un’opportunità di disegnare riforme incisive e preparare un vero rilancio dell’economia italiana”, scrive il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri nell’introduzione.
La manovra vale 28 miliardi, di cui 14 miliardi sono di maggiore flessibilità concessa dalla Ue. L’Italia avrebbe dovuto fissare il deficit-Pil 2020 all’1,4%, contro il 2,2% strappato nella trattativa con Bruxelles. In termini assoluti vuol dire oltre 14 miliardi di flessibilità sui conti. Il governo dunque dovrà trovare altri 14 miliardi, di cui la metà arriverà dalla lotta all’evasione fiscale. Nel testo è scritto che “le risorse per il 2020 sono pari a quasi lo 0,8% del Pil” così suddivisi: 7,2 miliardi (0,4% del Pil) dalla lotta all’evasione, compresa la “diffusione di strumenti di pagamento tracciabili”, 1,8 miliardi dalla spending review (0,1% del Pil), 1,7 miliardi (circa lo 0,1% del Pil). Il resto verrà da tagli ai sussidi e da altre misure fiscali.
Chi voleva dare un colpo di acceleratore alle buste paga resterà un po’ deluso. L’impegno necessario alla riduzione del cuneo fiscale nel 2020 è valutato in 0,15 punti di Pil, che saliranno a 0,3 punti nel 2021″. Si tratta di circa 2,7 miliardi nel 2020 e di circa 5,4 miliardi nel 2021. Tra le voci che porteranno risorse per la prossima manovra ci saranno anche la riduzione “delle spese fiscali e dei sussidi dannosi per l’ambiente e nuove imposte ambientali, che nel complesso aumenterebbero il gettito di circa lo 0,1% del Pil”, cioè circa 1,7-1,8 miliardi. Oltre “0,1 punti di Pil” arriveranno da “altre misure fiscali, fra cui la proroga dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione di terreni e partecipazioni. Per ciascun anno nel 2020, 2021 e 2022 i proventi da privatizzazioni e da altri proventi finanziari sono pari allo 0,2% del Pil all’anno nel prossimo triennio. Nel 2020 sono inclusi proventi da dismissioni immobiliari per 850 milioni, relativi al piano straordinario di dismissioni disposto dalla legge di bilancio per il 2019. La lotta all’evasione fiscale verrà fatta soprattutto attraverso la moneta digitale. Il governo pensa ad un “superbonus” del 19% fino a 2.500 euro di spesa.
L’idea è quella di restituire fino a 475 euro ai contribuenti che nell’anno precedente abbia speso fino a 2.500, con carta o bancomat, per spese in alcuni settori che sono più a rischio evasione. La novità dovrebbe essere abbinata al meccanismo del rimborso mensile su tutti i pagamenti tracciabili e da dare tutto in una volta, magari a inizio anno (tanto che già sarebbe stato ribattezzato “bonus della Befana”). “Per quanto riguarda la proiezione del rapporto debito/Pil, partendo dal livello previsto per fine 2019 (135,7%) – si legge nella nota di aggiornamento al Def – e ipotizzando proventi da dismissioni e altri introiti in conto capitale destinati al fondo di ammortamento del debito pubblico per 0,2 punti percentuali di Pil all’anno, il rapporto scenderebbe al 135,1% nel 2020 e quindi al 133,6% nel 2021 e al 131,4% nel 2022”.
“Il quadro delineato dal Def in vista della manovra costituisce una base solida per un programma ambizioso che deve fare i conti con un’eredita’ impegnativa, sia per per il quadro internazionale, che per le ripercussioni sulla finanza pubblica”, ha detto in conferenza stampa il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.
“Gia’ da quest’anno abbiamo progettato con questa manovra e con tutti i documenti collegati, la modernizzazione del Paese, la digitalizzazione, la semplificazione burocratica, la svolta verde, per orientare tutto il sistema verso l’economia circolare”. Così il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi. “Vogliamo ridurre il cuneo fiscale, abbassare le tasse e le aliquote dell’Iva in prospettiva. Non tutto possiamo fare il primo anno, ma abbiamo già impostato parte di queste riforme”, ha aggiunto il premier. “Vogliamo perseguire un family act, dare un segnale alle persone che soffrono e perseguire un codice delle disabilità. Ultimo, ma non trascurabile obiettivo, vogliamo fare un’azione di contrasto all’evasione e siamo consapevoli di dovere lavorare per inasprire le pene ai grandi evasori, ma fare con i cittadini un grande patto per incentivare l’utilizzo della moneta elettronica. Lo vogliamo fare senza penalizzare nessuno”, ha chiosato Conte.