Decreto Dignità, cosa potrebbe cambiare per il betting sportivo

Luka Jovic of AC Milan celebrates after scoring a goal
Luka Jovic of AC Milan celebrates after scoring a goal during Serie A 2024/25 football match between AC Milan and ACF Fiorentina at San Siro Stadium

Il Decreto Dignità, introdotto nel 2018, ha avuto un impatto significativo sul settore delle scommesse e del gioco d’azzardo, imponendo una serie di restrizioni, tra cui il divieto di pubblicità. Questo provvedimento ha avuto lo scopo di limitare l’esposizione del pubblico a messaggi promozionali relativi al gioco, con l’intento di proteggere i consumatori, in particolare i più vulnerabili. Tuttavia, questa limitazione non sembra aver sortito alcun effetto sotto questo punto di vista e ha impoverito i club italiani che, a differenza di quelli esteri, non hanno potuto attingere da questo settore per sponsorizzazioni e partnership.

Cosa prevedeva il testo del 2018

Il Decreto Dignità del 2018, fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle, aveva imposto una stretta sulle sponsorizzazioni e sulla pubblicità, eliminando ogni modalità con cui gli operatori di gioco potevano comunicare con il pubblico. A causa di questa restrizione, l’industria del betting ha dovuto fare affidamento su tecniche alternative e per sopravvivere all’assenza di pubblicità, gli operatori di settore hanno dovuto trovare altre metodologie di marketing. Una di queste è rappresentata dalle quote maggiorate, una tipologia di scommessa elaborata di recente e che ha permesso di aumentare i ricavi grazie al suo funzionamento. Esse, infatti, vengono solitamente proposte nel momento in cui una quota venga considerata molto bassa nell’ambito di un singolo evento o di un intero torneo, aumentandola per renderla maggiormente appetibile agli utenti. Si pensi, ad esempio, alla quota sullo Scudetto dell’Inter lo scorso anno.

Torna la pubblicità?

Il Decreto Dignità del 2018, che ha introdotto un severo divieto di pubblicità per il settore del gioco d’azzardo, sta per essere modificato grazie alle nuove iniziative legislative che mirano a rivedere la sua applicazione. Recentemente, la Commissione Cultura del Senato ha approvato una risoluzione, all’interno della cosiddetta “Riforma Calcio”, che prevede la revisione delle normative che disciplinano la pubblicità per il settore dei giochi. Se il testo dovesse essere definitivamente approvato, gli operatori di scommesse potranno riprendere a sponsorizzare eventi sportivi, a condizione che siano completamente regolamentati e autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM).

Parallelamente, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) sta esaminando nuove linee guida per la pubblicità nel settore del gioco. Il Consiglio dell’AGCOM ha inserito questo punto nell’agenda ed è pronta a discutere un aggiornamento delle linee guida per la pubblicità del gioco. Un aspetto fondamentale di queste nuove indicazioni sarà garantire che la pubblicità non vada a influenzare il pubblico in maniera pericolosa o irresponsabile, mantenendo alta l’attenzione sulla protezione dei consumatori e sull’integrità degli sport coinvolti. La ripresa della pubblicità, quindi, dovrebbe avvenire sotto un sistema di monitoraggio continuo, con l’obiettivo di preservare un equilibrio tra le esigenze commerciali e la tutela del pubblico. tuttavia, ora si apre una fase di confronto pubblico alla fine del quale, presumibilmente a giugno, verrà emanata la delibera ufficiale con le nuove linee guida.

1% degli incassi dallo sport?

Oltre alla questione della pubblicità, un altro tema centrale nelle modifiche proposte riguarda l’allocazione di una parte dei ricavi generati dalle scommesse sportive a favore dello sport italiano. Una proposta che ha guadagnato molto sostegno è quella di destinare l’1% degli incassi delle scommesse sportive a un fondo per il finanziamento di progetti legati allo sport, in particolare per la costruzione e la manutenzione degli impianti sportivi, nonché per iniziative sociali e educative. Questa misura, se approvata, avrebbe un impatto significativo, in quanto potrebbe rappresentare un flusso costante di risorse per il miglioramento delle infrastrutture sportive in Italia, che come recentemente segnalato dal presidente della Lega Serie A Ezio Maria Simonelli sono il problema principale dello sport italiano, soprattutto in confronto al resto d’Europa.