“La nostra Costituzione è un esempio straordinario di apertura al mondo immaginato in un’epoca nella quale non si poteva prevedere quello che sarebbe successo, però la Costituzione era riuscita a introdurre alcuni passaggi, alcuni punti, sui quali poi si è costruito un sistema enorme, inimmaginabile, che funziona”.
Così da Bari il giudice della Corte Costituzionale, Daria de Pretis, che ha tenuto una conferenza magistrale “Costituzione e diritto sovranazionale, nel Centro Polifunzionale Studenti, nell’ambito degli incontri organizzati dall’Università di Bari per celebrare i 70 anni della Costituzione.
“Le Corti – ha detto de Pretis ai giornalisti – la Corte Costituzionale che veglia sulla nostra Costituzione, la Corti Europee che vegliano sulle Carte Europee, dialogano fra di loro e fanno fiorire questo sistema”. Quanto alla qualità dei padri costituenti e alla loro lungimiranza nello scrivere una Costituzione aperta, de Petris ha detto: “I Costituenti – ha spiegato – erano animati da una passione che derivava dalla loro qualità e dalla storia anche dolorosa che avevano vissuto. Quindi – ha continuato – la loro attenzione anche ai problemi dei rapporti del nostro Paese con il Mondo era un’attenzione nobile, alta e questo ha dato i suoi frutti. Il legislatore – ha concluso – a volte è preso dalle contingenze, dalle minuzie, perde di vista l’orizzonte più lontano e la Costituzione è lì per ricordarcelo”.
Ad aprire i lavori della giornata, il rettore dell’Università di Bari, Antonio Uricchio. “Quando la Costituzione – ha detto durante il suo intervento – è stata redatta e adottata non esisteva l’Unione Europea e probabilmente non era neanche immaginabile lo sviluppo del diritto sovranazionale europeo. Anche l’Organizzazione delle Nazioni Unite che ancora oggi svolge un ruolo forte – ha ricordato – era stata appena costituita. Il diritto sovranazionale – ha continuato – era un diritto convenzionale, nasceva da accordi fra Stati molto spesso anche nemmeno rispettati. Quindi – ha sottolineato Uricchio – la Costituzione ha dovuto migliorarsi anche con un quadro completamente differente. Le sentenze della Corte Costituzionale che si sono nel tempo susseguite – ha concluso – hanno affrontato il rapporto tra diritto europeo e diritto nazionale”.