Dalla “Pietra di scarto” opportunità occupazionali

“La pietra scartata dai costruttori è diventata testata d’angolo” recita il salmo 118 della Bibbia e la nostra Cooperativa è nata per creare opportunità occupazionali per quelle “pietre scartate” cui nessuno darebbe una seconda possibilità. Dopo il carcere, la dipendenza, lo sfruttamento è fondamentale sviluppare nuove opportunità di inclusione, seguendo la stella polare della Costituzione e ponendosi l’obiettivo necessario della giustizia sociale”. Così Pietro Fragasso sintetizza nascita e obiettivi della cooperativa sociale “Pietra di scarto” di cui è presidente. La cooperativa nasce nel 1996 a Cerignola come “gesto concreto” del Progetto Policoro della Cei, per l’imprenditorialità giovanile al Sud. Dà lavoro a detenuti, immigrati, ex tossicodipendenti, donne in difficoltà che coltivano soprattutto olivi e pomodori su terreni confiscati alla mafia. I prodotti della terra vengono lavorati all’interno di un altro bene confiscato: una sorta di bunker in cui venivano preparate le auto per nasconderci la droga. Oggi si chiama Laboratorio di Legalità Francesco Marcone (il direttore dell’Ufficio del registro di Foggia ucciso dalla mafia nel 1995) e qui i pomodori vengono conservati e lavorati. La cooperativa sta anche operando per creare una filiera etica del pomodoro che ponga al centro i diritti dei piccoli produttori e dei lavoratori stagionali che, italiani e stranieri non importa, spesso lavorano in condizioni di sfruttamento.
Fragasso racconta con passione come la sua laurea in lettere anziché allontanarlo lo abbia avvicinato alla “terra”. “La mia passione sono sempre state le persone, le loro vite e disperazioni: proprio l’amore per la letteratura e la poesia è stato decisivo per capire come tutte le storie, anche quelle sbagliate, sono degne di essere raccontate e ascoltate. La strofa della Città Vecchia di Fabrizio De André “se non sono gigli, sono pur sempre figli, vittime di questo mondo” è in un certo qual modo il mio manifesto politico. La terra, il lavoro, i sacrifici che richiede e le soddisfazioni che può donare, rappresentano uno strumento di straordinaria potenza, capace di rimettere al centro la persona, prescindendo dal percorso che lo ha portato a noi”.

Come coniugate i vostri valori con il dover stare in piedi economicamente?

E’ la scommessa più grande, nostra come di qualsiasi organizzazione che voglia attivare percorsi di economia solidale stando attenti all’equilibrio economico. Troppo spesso, sopratutto in alcuni territori, il terzo settore si è caricato di responsabilità delegate dallo Stato. Sbilanciarsi troppo sulla passione civile è stato un errore ed ora stiamo imparando anche a guardare anche i conti. Non nego però che in tante situazioni la “follia civile” alla base del nostro agire continua ad avere un peso specifico importante. Tornando al tema delle coltivazioni, proprio per mantenere gli equilibri economici, oltre a coltivare le varietà più note ed a trasformarle in conserve e passate, stiamo anche facendo una ricerca sulle varietà di pomodoro antiche, le cui sementi sono state conservate gelosamente da alcuni contadini, come il “Pezzuto giallo di Lucera” o “Torremaggiorese” una varietà che necessita di pochissima acqua, che stiamo iniziando a coltivare nei nostri terreni. Purtroppo il Covid ci ha obbligatoriamente fermato e solo da pochi giorni è ripreso il lavoro nei campi: lavorando in maniera alternata, indossando mascherine e guanti e mantenendo la distanza fisica siano riusciti a concludere la messa a dimora di oltre 13mila piantine di pomodoro. Ma durante la quarantena non potevano certo rimanere con le mani in mano e così è abbiamo attivato la campagna “Chi fa per sé, fa per tutti”: con 25 euro si riceve un pacco coi prodotti della cooperativa: olio, passata, olive “La Bella di Cerignola”, pomodorini al naturale. Per ogni pacco venduto Pietra di Scarto ne donerà uno identico alla Caritas della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano. Perchè “Chi fa da sé, fa per tre!”, ma “Chi fa per sé, fa per tutti!”.

La cooperativa sta anche creando una filiera etica del pomodoro?

Se il primo obiettivo è stato raggiunto in tempi rapidi, quello sulla filiera etica del pomodoro è in dirittura d’arrivo. Grazie al sostegno della Fondazione con il Sud avremmo dovuto avviarlo proprio in questi giorni, ma anche qui abbiamo subito dei ritardi a causa della quarantena. Il mancato arrivo di alcuni macchinari necessari alle lavorazioni ci ha impedito avviarlo ora. Stiamo però operando per creare una rete di produttori del pomodoro da cui acquistare il prodotto a prezzo equo a fronte dell’impegno per una produzione sostenibile e biologica e per la gestione legale e regolare dei lavoratori che vogliamo a loro volta mettere in rete.

(ITALPRESS).

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