Dal Pentagono allarme nell’Indo-Pacifico, Cina e Nord Corea potenziali minacce

ROMA (ITALPRESS) – Il Dipartimento della Difesa USA ha lanciato nuovi allarmi sul fronte Indo Pacifico. In particolare riguardanti il crescente potenziale militare cinese e nord coreano. Minacce evidenziate anche nel Diplomatic Bluebook 2025 del Giappone in cui viene evidenziata la crescente minaccia alla sicurezza rappresentata dalla Cina, notando i tentativi di Pechino di cambiare unilateralmente lo ‘status quo’ intorno al Mar Cinese Orientale e Meridionale con la forza.

Il rafforzamento militare ‘senza precedenti’ della Cina rappresenta una ‘minaccia reale e seria’ per gli Stati Uniti e gli Alleati, avverte il Pentagono. Così come dalla Nord Corea arrivano report sull’avanzamento dei programmi di ricerca e sviluppo di missili da crociera e di veicoli di planata ipersonici.

Il Dipartimento della Difesa ha annunciato che John Noh, che attualmente ricopre il ruolo di assistente del Segretario alla Difesa per gli affari di sicurezza dell’Indo-Pacifico, ha testimoniato in un’udienza davanti alla Commissione Servizi Armati della Camera, che la Cina sta conducendo una ‘crescita militare senza precedenti’, aumentando le sue capacità convenzionali, nucleari, spaziali e informatiche.

Noh ha detto ai legislatori che la Cina intende “dominare la regione indo-pacifica e sostituire gli Stati Uniti come nazione più potente del mondo”, aggiungendo che il presidente cinese Xi Jinping ha dato all’Esercito Popolare di Liberazione l’ordine di prepararsi a un’invasione di Taiwan entro il 2027.

Durante l’audizione Noh ha dichiarato alla Commissione per i Servizi Armati della Camera che gli Stati Uniti devono ‘ristabilire la deterrenza’ in tutta la regione indo-pacifica investendo nell’industria della difesa statunitense, bilanciando la quota di oneri con i vari alleati e partner e sviluppando “forze militari credibili per il combattimento. Alleanze più forti – ha sottolineato – scoraggiano l’aggressione e creano dilemmi per i nostri avversari”.

Per sottolineare le sfide che il Comando degli Stati Uniti per l’Indo-Pacifico deve affrontare, l’ammiraglio Samuel Paparo, comandante del Comando degli Stati Uniti per l’Indo-Pacifico, ha dichiarato: “La Cina ha un comportamento sempre più aggressivo e assertivo. La loro modernizzazione militare senza precedenti, che comprende progressi nell’intelligenza artificiale, capacità spaziali, tra le altre cose, rappresenta una minaccia reale e seria per la nostra patria, per i nostri alleati e per i nostri partner”.

Paparo ha anche confermato che l’Esercito Popolare di Liberazione della Cina ha intensificato le operazioni contro Taiwan del 300% nel 2024, avvertendo che le azioni militari della Cina vicino a Taiwan non sono semplici esercitazioni militari, ma sono ‘prove’ e dimostrazioni di ‘capacità coercitiva’.

“Alla domanda sul perché gli americani dovrebbero preoccuparsi del futuro di Taiwan, l’ammiraglio Samuel Paparo ha risposto che ‘la chiusura della via d’acqua che la separa dalla Cina, uno dei principali canali commerciali del mondo, potrebbe essere più devastante della Grande Depressione degli anni Trenta a livello globale. Inoltre, esporrebbe la dipendenza degli Stati Uniti da Taipei per la produzione di semiconduttori, essenziale per modernizzare e far crescere l’economia nazionale”.

Il comandante del Comando Indo-Pacifico ha anche avvertito che ‘lo sviluppo da parte della Corea del Nord di armi nucleari e missili balistici avanzati – compreso un nuovo missile balistico intercontinentale in grado di raggiungere gli Stati Uniti – rappresenta una minaccia diretta per la nostra patria e per i nostri alleati’.

La minaccia di Pyonyang è stata confermata, sempre davanti la Commissione Servizi Armati della Camera, anche dal comandante delle Forze armate statunitensi, generale Xavier T.Brunson: “Nel corso del prossimo anno, ci aspettiamo che la Corea del Nord sviluppi ulteriormente le capacità ipersoniche e di veicoli di rientro multipli e indipendenti per completare gli obiettivi del governo”, ha testimoniato sottolineando che la Corea del Nord sta continuando a costruire il suo programma di armi nucleari e che il Paese vanta una forza militare di 1,3 milioni di uomini che viene equipaggiata, modernizzata e alimentata dalla Russia.

“Molte di queste munizioni e truppe sono state esportate in Russia nel corso dell’ultimo anno e mezzo, il che dimostra la capacità della Corea del Nord di fornire sostegno esterno ad altri Paesi e di far progredire al contempo le capacità interne” ha aggiunto Brunson. La Corea del Nord rappresenta anche una minaccia informatica sempre più sofisticata e di recente ha rubato circa 1,5 miliardi di dollari in criptovalute. Inoltre, Brunson ha affermato che la leadership del leader nordcoreano Kim Jong Un è passata dall’attenzione per la riunificazione della penisola coreana alla dichiarazione di una posizione di sovranità.

“Questo cambiamento è dimostrato dall’irrigidimento del confine meridionale della Corea del Nord, dal rifiuto delle discussioni sulla riunificazione e dalla distruzione dei monumenti e degli edifici dell’unificazione”.

Alla domanda se i nordcoreani di tutti i giorni siano consapevoli dell’oppressione dell’attuale regime di Kim, Bruson ha risposto che – sulla base delle recenti osservazioni in Ucraina – non lo crede. “Risponderei pienamente a questa domanda guardando le forze [della Corea del Nord] inviate in Ucraina… [Sono assolutamente ideologi che sono legati e credono nel regime che esiste in quel Paese”, ha detto Brunson, aggiungendo di non credere che la maggior parte dei nordcoreani sia al corrente della situazione a causa del rigido controllo del governo sulle comunicazioni esterne.

Brunson ha suggerito che non sarebbe saggio ridurre la presenza militare statunitense nella penisola: sarebbe problematico, ha detto Brunson ai legislatori, osservando che ciò che le Forze armate statunitensi forniscono “è il potenziale per imporre costi nel Mare Orientale alla Russia, il potenziale per imporre costi nel Mare Occidentale alla Cina, e per continuare a fare da deterrente contro la Corea del Nord come è attualmente. Sarà importante concentrare l’attenzione sulle capacità necessarie per prepararsi, dissuadere e poi prevalere in un conflitto, se questo dovesse verificarsi”.

Paparo ha aggiunto che “con la perdita delle forze nella penisola coreana, c’è una maggiore probabilità che la Corea del Nord invada”. Tagliare la forza significativamente al di sotto dei 28.000 effettivi autorizzati ‘ridurrebbe la nostra capacità di prevalere’ in quella zona.

Nella sua audizione l’ammiraglio Paparo ha fatto una riflessione: “Una guerra nel Pacifico occidentale distruggerebbe le economie globali, correrebbe il rischio di diffondere un conflitto nucleare e lascerebbe dietro di sé mezzo milione di ‘morti di disperazione’. Una guerra nella regione, ha detto Paparo, potrebbe produrre “una riduzione del 25 per cento del PIL in Asia, un effetto di riduzione del 10-12 per cento del PIL negli Stati Uniti d’America, un’impennata della disoccupazione dal 7 al 10 per cento’ oltre i livelli normali ‘e 500.000 morti in eccesso per la disperazione”.

Anche un intervento americano di successo ‘dimezzerebbe l’impatto, ma si tratterebbe comunque di un risultato grave’ e di ‘molta miseria umana’. Anche la natura tenue delle alleanze e dei partenariati sarebbe in gioco, ha avvertito. ‘Alcuni Stati’ dell’Indo-Pacifico ‘si sottometterebbero… all’obiettivo a lungo termine della Cina di stabilire le regole del mondo”. Altri, che ‘non si sottometterebbero mai’ alle minacce cinesi, potrebbero avviare programmi di armamento nucleare, aumentando i rischi di un eventuale conflitto.

L’ammiraglio Paparo e il generale Brunson sostengono che Tokyo e Seul esaminerebbero questa opzione se l’impegno militare degli Stati Uniti nella penisola, nell’Asia nordorientale e a Taiwan venisse ridimensionato. Per quanto riguarda i modi per rafforzare la sicurezza dell’Indo-Pacifico, Paparo ha affermato che il comando potrebbe utilizzare maggiori capacità di contrasto C5R [Comando, Controllo, Comunicazioni, Computer, Cyber, Intelligence, Sorveglianza e Ricognizione] in ambito cibernetico, spaziale e contro-spaziale e di fuoco ed effetti a lungo raggio che mettono in pericolo le piattaforme e i sistemi di un avversario. Infine un invito: “La decisione di ridimensionare o eliminare USAID avvantaggerebbe la Cina. Una tesi che sostengo. Pechino “coglierebbe al volo l’opportunità di acquisire maggiore influenza rispondendo a disastri naturali e crisi umanitarie”.

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(ITALPRESS)

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