ROMA (ITALPRESS) – Di personaggi Sabrina Ferilli ne ha interpretati tanti al cinema e in tv ma questo, assicura, “è diverso da tutti e, forse, proprio per questo mi sono divertita”. Il personaggio in questione è Gloria che dà il nome all’omonima serie in onda su Rai1 il 19, 26 e 27 febbraio. Si tratta di un grande e indimenticata diva del cinema italiano, convinta che il suo talento sia sprecato per la serialità televisiva e intenzionata a tornare al Cinema, con la “C” maiuscola, a tutti i costi, complice il suo mefistofelico e meschino agente.
“Gloria è tante cose e ha un aspetto che mi riguarda – dice la Ferilli – E’ un’attrice famosa che ha superato l’età giovanile e si trova a competere con gli anni e con un mondo di social, di politica del dolore, di marketing dei sentimenti in cui ci si vende un pò tutto: i figli, i cani, i matrimoni, i lutti, le separazioni. Tutto questo per chi non ama queste cose e viene da generazioni diverse è un pò difficile da gestire e Gloria vive tutto questo. Si vede togliere tutto perchè va di moda un altro modo di raccontare e decide caparbiamente di riprendersi ciò che le è stato tolto proprio appoggiandosi a quelle cose. Funzionerà, ricomincerà a lavorare ma a danno di tutti perchè trascinerà la famiglia in una menzogna”. Di persone come Gloria la Ferilli racconta di averne incontrare davvero nel suo lavoro che, dice, “mette in discussione la percezione che abbiamo di noi stessi. Se non hai radici ben piantate in terra, vai fuori. Lo vediamo con i divi di oggi, i grandi attori americani: che vita fanno? Alcool, droga…”. Le tante Gloria, “che non sono solo donne ma anche uomini, le ho evitate perchè ho paura che certe modalità possano coinvolgere. E, comunque, non sono solo attori e attrici, ‘Glorià è un’attitudine caratteriale”. Sul tempo che passa la Ferilli ha le idee ben chiare: “A me non succederà mai di essere messa da parte. Viviamo di presente e anche il futuro lo vedo roseo!” esclama, sottolineando comunque che oggi “molto è cambiato. Vedo tanti film interpretati da attrici 60enni e 70enni con copioni eccezionali che vincono anche l’Oscar. E, poi, Gloria non viene superata tanto dagli anni quanto dalla politica del dolore: è più facile andare in tv se parli di un lutto piuttosto che di un tuo progetto. Colpa della semplificazione che oggi si fa della vita. Facebook ha il pollice in su e il pollice in giù che ricordano il Circo Massimo ma l’essere umano è molto più complesso. Di su e di giù non c’è niente se non le scale di casa”. Ancora a proposito del suo personaggio, Gloria considera la televisione qualcosa di serie B rispetto al cinema ma Ferilli non è d’accordo: “Il mio è sempre stato un lavoro trasversale, devo molto alla televisione. A ‘Commessè, ‘Almost Americà, ‘Angela e Lucià e agli altri film Rai devo la mia forza recitativa, dire che sono meno dei film del cinema sarebbe una bestemmia. Anzi, quel livello narrativo è più alto dei film che vedi al cinema a parte alcune eccezioni. Penso a Wim Wenders, ad esempio, ma chi può permettersi oggi di fare un film che dura due ore con un protagonista che dice tre parole?”. Di certo, il mondo dello spettacolo non l’ha delusa come succede a Gloria: “Forse ho deluso più io determinate amicizie per avere detto dei no o fatto male certe operazioni però ho anche un approccio molto sano al mio lavoro. Il lavoro è estremamente importante e lo faccio con serietà, mi preparo, studio. Poi, è un mestiere nel quale puoi piacere o no, una cosa può andare bene o no, ma non credo che la mia gioia venga da quello che faccio nel lavoro, viene da quello che faccio nel mio quotidiano”. Archiviate con un sicuro “no” sia l’ipotesi di un passaggio dietro alla macchina da presa (“Non ci ho mai pensato perchè non sono capace”), sia quella della conduzione del Festival di Sanremo (“Non sarei capace nemmeno a fare questo”), la Ferilli ricorda gli esordi quando più d’uno la paragonava ad Anna Magnani: “All’inizio il paragone era molto forte e un pò lo capisco perchè i clichè servono a descrivere. Però mi vanno stretti e ogni volta che mi hanno proposto film in cui avrei dovuto interpretarla ho detto ‘nò. Se oggi sono qua è grazie anche ai tanti ‘nò che ho detto, di cui non mi sono mai pentita. Casomai mi sono pentita di qualche ‘sì'”.
Nei panni del terribile agente di Gloria (“un cattivo integrale, senza possibilità di recupero” per il regista della serie Fausto Brizzi) c’è Massimo Ghini per il quale “bisogna avere spalle forti per affrontare personaggi che hanno quella sgradevolezza umana. Affrontando queste tematiche la tv fa un salto in avanti”.
Quest’ultima affermazione trova d’accordo la direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati: “Gloria è un genere nuovo per noi. Una commedia sarcastica e graffiante, un modo per prendere in giro noi che viviamo immersi nel mondo del divismo, delle attrici, degli attori e delle fiction, cercando di capire i tanti difetti e le poche virtù di questo circo in cui ci divertiamo ma che ci fa anche soffrire. Sabrina ha fatto una cosa difficile, mettendosi in gioco e prendendosi in giro”. A questo proposito Brizzi parla di «un divertente gioco tra tv e cinema. Volevo fare una foto al momento che viviamo in cui nessuno parla mai di indice di gradimento ma di contatti, di follower e nessuno ti dice se una cosa che hai fatto gli è piaciuta o no. Gloria è una diva che in qualche modo si lascia trascinare dai follower ed è disposta a tutto”. Il regista anticipa anche che “c’è un rilancio per una possibile seconda stagione molto forte”. “Gloria” è prodotta da Eagle Pictures in collaborazione con Rai Fiction. Nel cast ci sono anche, tra gli altri, Emanuela Grimalda e Sergio Assisi.
foto: ufficio stampa Rai
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