Il Mondiale più tecnologico della storia fa i conti con se stesso e ammira la strada fatta. Da Brasile 2014 a Russia 2018, lo sport più popolare al mondo ha fatto passi avanti inimmaginabili: chi poteva predire 4 anni fa che le partite di Coppa del Mondo potessero essere decise alla moviola? Ci sono voluti 10 anni di analisi e 40 di discussioni da bar per un salto in avanti degno di un campione olimpico. Dov’eravamo 4 anni fa? Non esisteva il VAR, ma aveva debuttato la Goal Line Technology, oggi un sistema più complesso che usa campi magnetici e telecamere per determinare il punto esatto del pallone, grazie anche a cavi sotto il terreno di gioco che interagiscono con un pallone “intelligente”. L’Adidas Telstar 18, che rotola sui campi russi, è dotato di un chip che consente la comunicazione con devices collegati. A livello “social”, il balzo in avanti maggiore è l’ubiquità dei network che consentono di seguire le Nazionali senza dipendere dalla TV. Detto nella rubrica della settimana scorsa del terremoto provocato in Messico dai tifosi in strada al gol con la Germania, è ormai fatto comune collegarsi on line con provider OTT che trasmettono la Coppa del Mondo live, clip highlights, o approfondimenti. Ai social media più noti, Twitter in testa per la presenza al Mondiale, quest’anno si è aggiunto SpokeHub che ha aggiunto le statistiche di STATS per attrarre fans. Quando si dice creatività pubblicitaria, McDonald’s ha unito l’utile (i burger in vendita) al dilettevole (la partnership con la FIFA) per mettere insieme un programma di streaming incentivante.
Per chi volesse vedere la partita in Svezia non è necessario il take away, ma i McDonald’s diventano essi stessi sale di trasmissione, per la partita della Nazionale gialloblu.
Sul campo, il tecnico della Germania campione del mondo Löw ha quantificato in 5-10% l’aiuto dei data analytics. I tedeschi avevano già fatto l’accordo con SAP e Adidas Micoach 4 anni fa, con una data war room per monitorare stato di forma dei giocatori, velocità e altre metriche. Quest’anno la FIFA ha sdoganato il tema permettendo l’accesso di tablet in panchina per ottenere informazioni in tempo reale. Qualcosa di simile a basket, volley o football americano, sport con pause frequenti e stabilite, con buona pace di chi crede che il calcio fluisca quasi ininterrotto. Anche i messicani si sono convertiti, grazie alla partnership con Pixellot. Dalla prossima stagione le 18 squadre della Liga MX, e i settori giovanili, fruiranno del sistema di video analisi grazie a un investimento fatto dalla Federazione dei Tricolor. A proposito di equipaggiamento, può far sorridere la notizia dei pantaloni riscaldati degli inglesi, ma la scienza e al momento i risultati sul campo danno loro ragione. Frutto di uno studio sviluppato alla Loughborough University, la ratio scientifica è che sotto 32 gradi è più probabile il rischio di infortuni. Le tute da allenamento dei britannici quindi, alimentate a batteria, grazie ai raggi infrarossi mantengono le gambe degli uomini di Southgate a temperatura costante.
Con questo, si chiude la seconda stagione di Sport&Tecnologia, altri 34 episodi dopo i 30 della prima stagione. Sono stati trattati tutti gli argomenti più importanti all’incrocio tra sport e tecnologia, sperando di aver raggiunto un altro mattoncino nella costruzione di un futuro più connesso, ma anche più responsabile.
(ITALPRESS).
DA VAR A OTT, CHE SALTO DA BRASILE2014 A RUSSIA2018
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