Crui, otto fattori per modernizzare l’Università

GIOVANNI BRUGNOLI VICE PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA PER IL CAPITALE UMANO MARA CARFAGNA MINISTRO PER IL SUD E LA COESIONE TERROTORIALE BRUNO VESPA GIORNALISTA MARIA CHIARA CARROZZA PRESIDENTE CNR LUCIANO FLORIDI PROFESSOR OF PHILOSOPHY AND ETHICS OF INFORMATION OXFORD FERRUCCIO RESTA PRESIDENTE DI CRUI E RETTORE DEL POLITECNICO DI MILANO

ROMA (ITALPRESS) – Otto direttrici utili a modernizzare la formazione, a valorizzare la ricerca, a migliorare la gestione dei nostri atenei. Interdisciplinarietà, innovazione nella didattica, tecnologia e digitalizzazione, valorizzazione della ricerca, equità e diritto allo studio, internazionalizzazione, reclutamento e governance sono i tasselli della visione della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane – CRUI, che nel corso dell’evento “Università: per un Paese a prova di futuro” che si è svolto a Roma ha richiamato il ruolo degli atenei e la necessità di un riposizionamento al centro del dibattito pubblico.
“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci chiede di mettere a fuoco azioni di sistema e realizzare misure che colmino la distanza tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare. Un Paese moderno e dinamico, basato sul merito e sulle competenze. Queste sono le sfide del nostro tempo, ambiziose e coraggiose”, ha detto il presidente della Conferenza dei Rettori e delle Università Italiane, Ferruccio Resta, sottolineando come il Pnrr non deve essere di per sè un fine ma un mezzo.
“Uno strumento che che ridisegna la società. Una società che dovrà affrontare sfide complesse, che fallirà se applicherà logiche esclusive e dinamiche articolate, se adotterà un approccio a comparti in luogo di una visione di sistema. Una società in cui, ne siamo convinti, l’università può avere un ruolo centrale. Per questa ragione – ha aggiunto Resta – oltre che sbagliato, sarebbe limitante relegare il ruolo dell’università ala sola Missione 4 del Pnrr. Negli ultimi diciotto mesi, vissuti tra incertezze e difficoltà, l’università ha operato con grande determinazione. Ha dimostrato di avere idee chiare su come gestire l’emergenza e obiettivi solidi sui quali fondare la ripresa. Una comunità silenziosa e operosa che alla pandemia ha risposto con la didattica a distanza, assicurando a oltre un milione e seicentomila giovani la continuità degli studi. Garantendo abitudini che, se sovvertite e non gestite, avrebbero potuto facilmente compromettere la tenuta psicologica e il futuro di intere generazioni. Al distanziamento sociale – ha ricordato – l’università ha replicato affermando il valore della partecipazione, del confronto e dello scambio. L’apertura di questo nuovo anno accademico,in presenza, è il miglior segnale del ritorno a un’apparente normalità. Alla presa di posizione decisa dell’esecutivo sul green pass l’università ha dato pieno sostegno, senza incertezze sull’utilità e sulla necessità di adottare strumenti di civile convivenza. Un approccio compreso e premiato dai più giovani che nella risposta al vaccino hanno dato prova di un’ampia fiducia nelle istituzioni: il presupposto di un necessario patto generazionale alla base di ogni decisione sul futuro”.
L’evento ha visto la partecipazione, tra gli altri, del commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni; del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi; della ministra per il Sud, Mara Carfagna; e del ministro per l’Innovazione tecnologia e la transizione digitale, Vittorio Colao; e la ministra dell’Università, Maria Cristina Messa in video collegamento.
“Il sistema anglosassone mette circa 10 volte più dei fondi che stanziamo noi. Il nostro sistema è sempre stato un misto tra assistenzialismo e competizione. E’ un sistema di rete in cui le università hanno funzioni diverse, ruoli diversi, e a volte rischiano anche di perdere il ruolo per cui dovrebbero essere lì, cioè diventano dei punti di ancoraggio territoriale e non più il centro dello sviluppo di un futuro diverso – ha detto Messa -. La riforma Gelmini inserì la quota premiale nel riconoscimento del finanziamento per gli atenei. Questa quota premiale, però, ha bisogno di un continuo fondo perequativo e non può essere utilizzata perchè altrimenti delle università chiuderebbe. Se non abbiamo tutti, nel mondo dell’accademia e nel mondo dell’impresa, la missione di valorizzare le competenze, l’università non potrà fare il suo lavoro”.
“Questo è un aspetto molto importante: valorizzare chi ha preso una laurea, chi ha preso determinati percorsi, le competenze che sono necessarie. Oggi vediamo, lo abbiamo visto in occasione dell’assemblea dei sindaci, che chiedono competenze e persone che possano essere in grado di amministrare quella grande mole di finanziamenti che abbiamo. Però – ha proseguito – le competenze vanno anche valorizzate, non possiamo pensare che siano una sorta di volontariato”.
“L’Università deve essere messa al centro dei processi di trasformazione e cambiamento. Abbiamo definito questo grande programma di Next Generation Eu che si rivolge proprio alle prossime generazioni. Questo è il momento per guardare al futuro, abbiamo la possibilità e lo spazio fiscale ed economico per farlo”, ha detto il commissario europeo all’economia, Paolo Gentiloni, sottolineando la necessità di rilanciare il protagonismo degli Atenei. “Conosciamo le sue eccellenze, ha un’enorme potenziale inespresso e da liberare, forse è la prima tra delle grandi opportunità che ci vengono offerte dall’enorme ammontare di risorse del Next Generation Eu, abbiamo finalmente lo spazio di bilancio per colmare questi ritardi”, ha aggiunto.
Per la ministra per il Sud, Mara Carfagna, bisogna rendere attrattive le università nel Mezzogiorno, “devono diventare un polo di attrazione. Se riusciremo a ricostruire un Sud prosperoso e ricco di opportunità riusciremo a convincere gli studenti a scegliere le università del Mezzogiorno. Al Sud ci sono molte eccellenze – ha proseguito Carfagna – però lo studente sceglie non solo sulla base del percorso di formazione ma anche sulla base di ciò che c’è intorno e dopo l’università. La cosa più utile che io possa fare è costruire le condizioni affinchè uno studente possa scegliere il meridione, quindi irrobustire il tessuto economico in modo tale che si possa creare una sinergia e uno sbocco per gli studenti”. Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha infine sottolineato il legame tra imprese e università che saranno fondamentali in questo momento torico. “Oggi abbiamo una grande opportunità e dobbiamo fare delle scelte che vanno al di là di quello che fa il governo e la politica, serve la collaborazione tra Università e imprese. Siamo di fronte a una situazione molto complessa perchè dobbiamo garantire una ripresa solida e strutturale nei prossimi anni e per poterlo fare le Università per le imprese sono irrinunciabili”, ha concluso Bonomi.
(ITALPRESS).

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