Un nuovo mestiere, un nuovo lavoro, una nuova attività. E’ quella del Crowdfunder, colui che supporta sia l’investitore che l’imprenditore con tutti gli strumenti e le garanzie necessarie per favorire il buon esito delle iniziative proposte e mette a loro disposizione una piattaforma web per il lancio, la promozione e la comunicazione di progetti d’impresa. Inoltre, segue l’andamento della raccolta fondi, supportandola con varie e continue operazioni di comunicazione, sui media classici e digitali e sui canali social. Di questa nuova attività e della necessità di creare persone competenti, si è parlato, a Bari, nella sede del Balab con Alberto Giusti, che ha tenuto un workshop sul tema. Giusti ha sottolineato la necessità che si creino le competenze necessarie per svolgere questo nuovo mestiere.
“Mancano le competenze – ha detto -. Ci sono tantissime piattaforme in giro per il mondo che fanno Crowdfunding, ma – ha spiegato – la maggior parte delle persone che oggi sono dei crowdfunder di successo hanno imparato da autodidatta. E’ necessario imparare questa nuova arte – ha sottolineato – come si faceva un tempo nelle botteghe. Siamo – ha concluso – in un nuovo rinascimento”.
“Il Crowdfunding – ha detto il rettore dell’Università di Bari, Antonio Uricchio – è una metodologia di raccolta di fondi con la valorizzazione degli impieghi. Quindi fondi che possono provenire da pubblica raccolta – ha spiegato – e che devono essere destinati a fini di valorizzazione dell’utilità sociale e della ricerca. Ci siamo dotati di questo strumento – ha continuato Uricchio – dopo che in questi anni abbiamo avuto sempre più un numero crescente di donazioni e di forme di erogazione che sono pervenute dai nostri studenti dal territorio e dalle imprese. Una modalità che si avvicina al mecenatismo e alle altre forme di sostegno ma che ha una finalità ben precisa, cioè quello della condivisione degli scopi da parte dell’erogante”.
“In questa prospettiva – ha sottolineato Uricchio – è una metodologia anche particolarmente avanzata e ricca anche di profili di interesse dove la predisposizione di un progetto strategico viene offerto alla comunità che può condividerlo anche attraverso una forma di sostegno di carattere finanziario secondo le proprie possibilità quindi anche minimo ma che valorizzi – ha concluso – anche appieno questa funzione sociale dell’istituzione universitaria”.