Il nostro paese, per mille ragioni, da dimostrazione spesso di non possedere a sufficienza la dote preziosissima del buon senso, della costanza nel perseguire obiettivi importanti da tutti attesi, della capacità di riconoscere nella collaborazione il primo requisito per ottenere buoni risultati e coesione sociale. Anche in questa triste esperienza di prevedibile riesplosione della pandemia, abbiamo dimostrato che siamo stati capaci di essere formiche, ma di più ci piace essere cicala. Ci siamo crogiolati per lungo tempo per qualche risultato ottenuto, perdendo il senso della realtà a descriverne in ogni modo le qualità avute, che il tempo dedicato. Solo in questa chiave si spiega la frustrazione che stiamo subendo in questi giorni nell’assistere alla crescita a proiezione geometrica del Covid 19. Tutto incomincia i primi di maggio: ci siamo autoproclamati i più capaci del mondo a domare l’infezione, ma nel contempo oppositori e governanti hanno iniziato una competizione a chi era stato più disposto a riaprire ogni attività all’insegna della liberazione dalla segregazione domestica. Anche alcuni dei cosiddetti ‘scienziati’ si erano prodigati a rassicurare urbi et orbi che ormai la ‘bestia’ risultava morta o comunque priva di ogni forza. Va ricordato che qualcuno aveva pur messo in guardia a non abbassare gli scudi, e che in autunno avremmo potuto subire altre conseguenze negative; ma questa opinione non è stata considerata in nessun modo, subito bollata al servizio di un non meglio precisato interesse. Poi sappiamo quello che è successo d’estate e come le difese sono state progressivamente sguarnite nella ignoranza più accentuata riguarda a come funziona la psicologia di massa. Va ricordato che gran parte dei 7 miliardi di Euro destinati in emergenza per la sanità non sono ancora spesi per fortificare il sistema di difesa dei servizi territoriali e presidi sanitari, e non si è riprogrammato a sufficienza ogni servizio di trasporto, della scuola, dei servizi alla persona e dei servizi pubblici in generale. Non si sono previsti in tempo nemmeno approvvigionamenti di congrue forniture di vaccini antinfluenzali, al fine di diminuire il più possibile il numero di persone che in stato influenzale, potenzialmente, potrebbe intasare pericolosamente l’afflusso presso gli ospedali, per il timore di aver contratto il Covid 19. Ed intanto continua la stucchevole querelle tra maggioranza e opposizione sulle collaborazioni negate. Ma la cooperazione non può che essere silente diuturna ed incondizionate, al riparo dai fragori mediatici. Ed invece si ha più che la sensazione che ciascuno va alla ricerca, più che la fatica della responsabilità di fronte al comprensibile malessere dei cittadini, un ennesimo podio per la perenne campagna elettorale. Ed invece dobbiamo tutti remare dalla stessa parte per superare la prova pandemica. Per farlo efficacemente dobbiamo convincere ogni cittadino, che il Covid 19 è una cosa seria e va sconfitto alla sola condizione di utilizzare ogni possibilità per ridurre il rischio di altre infezioni e morti. Le polemiche e le differenziazioni in questo caso sono drammaticamente pagate dalla economia e con la vita e la salute delle persone. Dunque ognuno faccia la sua parte nelle comunità locali regionali e nazionali. Lo scarica barile da parte della politica nel gioco di maggioranza ed opposizione, continuerà a screditare la classe dirigente, per il solo fatto che esistono più poteri istituzionali nel paese, ed i pesi di questi poteri sono ben distribuiti tra i loro schieramenti. D’altronde i cittadini questo lo hanno già da tempo capito. Dunque nessuna agitazione, a screditare gli altri oltre che a perderci i cittadini, ci perdono anche i denigratori.
(ITALPRESS).
Covid, l’autocompiacimento è stato il nostro peggior nemico…
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