Coronavirus, il picco non e’ ancora arrivato

SILVIO BRUSAFERRO, PRESIDENTE DEL ISS

ROMA (ITALPRESS) – Il picco non e’ stato raggiunto. Ci si sta avvicinando, ci vorranno ancora giorni, ma la notizia positiva e’ che c’e’ un rallentamento della crescita. Questo in sostanza quanto emerso nel corso della conferenza stampa che si e’ tenuta presso l’Istituto Superiore di Sanita’ per fare il punto sull’evoluzione epidemiologica del Covid-19 in Italia.
Il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro e il presidente del Consiglio Superiore di Sanita’, Franco Locatelli, vedono ancora lontani i tempi di ritorno alla vita di tutti i giorni. Per questo, ad oggi, le misure restrittive volute dal governo Conte potrebbero essere mantenute e si studia il modo per convivere nei prossimi mesi con un virus che accompagnera’ l’Italia ancora per un po’ di tempo. “Non abbiamo raggiunto il picco e non lo abbiamo superato, abbiamo segnali che potremmo arrivarci in questi giorni. Non siamo in fase calante, ma in fase di rallentamento della crescita”, ha spiegato Brusaferro, e quando arrivera’ la discesa, comunque, bisognera’ costruire un percorso perche’ la curva epidemiologica non torni a salire.
“Siamo certi che supereremo questa cosa, e’ l’impegno di tutto il mondo scientifico italiano che si sta impegnando allo spasimo, ma non sara’ risolto domani e neanche nelle prossime due settimane – ha aggiunto -, dovremo immaginare per i prossimi mesi, con curve piu’ basse, a come stare molto attenti e adottare quelle misure perche’ la curva non riparte. Certamente sara’ piu’ facile quando avremmo dei vaccini o degli strumenti che ci consentono di operare come quando operiamo per le influenze. La domanda e’ come conviverci, dovremo trovare soluzioni di convivenza per salvaguardare le persone piu’ fragili”. Le statistiche presentate oggi confermano i trend dei giorni precedenti: il virus colpisce piu’ gli over 60, prevalentemente uomini, mentre per i deceduti l’80% e’ over 70 con piu’ patologie. Le zone piu’ colpite sono quelle conosciute: Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto.
“L’infezione per alcuni soggetti e’ stata la causa di morte, per altri ha contribuito in maniera significativa; c’e’ una chiara percezione da parte di tutte le autorita’ sanitarie dell’impatto del virus”, ha confermato Locatelli. “Le case di riposo, le RSA – ha aggiunto – hanno una popolazione di soggetti particolarmente anziani, con patologie concomitanti e’ quello che stiamo facendo e’ tutelarli al massimo”.
(ITALPRESS).

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