CONVEGNO “LO SPORT COME PREVENZIONE E TERAPIA”

“Il ruolo dell’esercizio fisico nella prevenzione delle malattie  nel miglioramento della qualità della vita”. E’ stato il tema del convegno tenutosi nell’aula magna De Benedictis della facoltà di Medicina di Bari che è stato anche una occasione per presentare i corsi di studio offerti dall’Università degli studi di Bari.

Punto di partenza è stata la lectio magistralis di Vilberto Stocchi, rettore dell’università di Urbino Carlo Bo che da biochimico ha affrontato il tema con un approccio orientato a sottolineare cosa avviene nell’organismo e nell’apparato muscolo-scheletrico con l’attività fisica. Innanzitutto un cambio di struttura della funzione delle cellule. “Tutte le evidenze scientifiche – ha ribadito con convinzione – ci spingono a metterci in movimento, perché i benefici che ne abbiamo derivano proprio da questa pratica. Occorre superare una barriera psicologia, ma se non superiamo questa barriera e ci mettiamo in movimento – ha continuato  Stocchi – andiamo ad attivare il controllo di geni e queste mutazioni metaboliche si traducono in una situazione migliore per le nostre cellule”. Nemica la tecnologia che velocizza i processi ma dilata il tempo del cerchio della sedentarietà. Ed è allarme soprattutto per i più piccoli.

“L’Italia ha un numero di bambini e adolescenti che non fanno attività fisica- ha segnalato Stocchi – che viene dopo Malta. Noi siamo tutti chiamati responsabilmente a stimolare i nostri bambini a fare una corretta attività motoria e a continuare a farla”.
Il ruolo forte dell’attività fisica sia nella prevenzione che sul fronte del miglioramento della qualità della vita è stato al centro dell’intervento del rettore Antonio Felice Uricchio che ha voluto affermare l’impegno dell’Università di Bari nella promozione e nella formazione sportiva. A questo proposito ha annunciato il terzo corso di laurea in Puglia in Scienze Motorie( dopo Bari e Foggia, è appena partito anche a Lecce) ricordando  anche il Centro Universitario Sportivo e i numerosi successi conseguiti dagli studenti pugliesi nelle varie discipline, dodici, che è possibile praticare nel Cus di Bari.

Una struttura, il Centro universitario sportivo, che negli ultimi anni “ha ricevuto molta attenzione da parte del rettorato – ha sottolineato Renato Laforgia, vicepresidente del Cus – finalmente l’università sta cambiando alcuni regolamenti con i quali è riuscita a promuovere l’attività sportiva facilitando gli accessi ai corsi di laurea. Nell’ultimo campionato nazionale universitario siamo arrivati secondi dopo Milano. IL Cus è la casa dello sport della città di Bari”. Un approccio decisamente socio-amministrativo al tema è stato quello del professor Francesco Fischetti che ha provato a disegnare uno scenario in cui non solo addetti ai lavori in ambito universitario e della ricerca scientifica, ma anche amministratori nazionali e locali possano lavorare e inserire nel sistema sanitario l’attività fisica come terapia e prescrizione.

Al rettore Uricchio è toccata la chiusura dell’importante confronto “che ha consentito di evidenziare come una pratica sportiva continua – ha spiegato il Rettore – possa migliorare la qualità della vita e allo stesso tempo possa avere degli effetti positivi sui conti pubblici attraverso la prevenzione e attraverso una attività quotidiana alleggerendo così la spesa sanitaria”. Oggi si è parlato di “una pratica sportiva che debba essere anche oggetto di uno studio e che possa essere, proprio come i farmaci, somministrata secondo i propri fabbisogni e la propria condizione fisica”.

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