Contro la Spagna l’Italia ha giocato senza attacco

Visto che l’ho cantato devo anche suonarlo. Scamacca non l’ho visto esistere fin dall’inizio di questa pena, quel colpo di tacco al 9′ che ha fatto arrabbiare Pellegrini. Ero ragazzo, una domenica a San Siro per un Milan-Bologna, un colpo di tacco di Ciapina Ferrario, esultai, il Gioànn mi diede del pirla. Imparai la moderazione dei gesti – finta modestia – che spesso si traducono in gol più delle finezze stilistiche. Quel che ho visto ieri mi ha stordito. Abbiamo giocato non tanto senza bomber – si sapeva – ma senza attacco, così neanche in tempi di carestia, mi viene in mente l’infelice Europeo dell’80 in Italia, roba da belgi. Scusate, avete visto un tiro in porta degli azzurri? Accecato dalla rabbia potrei averlo perso. In verità ho visto solo le grandi parate di San Gigio Donnarumma che ha rigiocato l’approccio all’Albania, salvandoci con la punta delle dita al secondo minuto. E ripetendosi prodigiosamente almeno quattro volte da Yamal e da Fabian Ruiz. Gli spagnoli li ha fermati, è stato abbattuto dal fuoco amico. Peccato, amico Calafiori, già non eri gradito alla critica, adesso chi ti salva?
Mi son detto arrabbiato, perchè? Non ho ancora maturato la saggezza dei vecchi? Mi spiego: mi sono accusato di mollezza quando al 64′ ho visto uscire Scamacca e Chiesa. Il fallimento. E allora mi son detto che dovevo battermi davvero, alla vigilia, per Orsolini, anche se ero sospettato di tifo. O per Camarda: sapeste quanto ho ricordato i suoi 483 gol-giovinezza! Sir Luciano, mi perdoni, m’aspettavo di più. Comincio ad aver paura di Modric – mio mito d’un tempo – e dico di aver paura – come me – della Croazia. Un momento di responsabilità può salvarci.

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