Contratto di locazione appartamento arredato: quali clausole inserire nel contratto d’affitto di una casa arredata per tutelare inquilino e proprietario. Consigli utili e spese di manutenzione.
La ricerca di una casa arredata in affitto è generalmente svolta da chi intende affittare casa per un periodo non eccessivamente lungo, anche se, la durata del contratto di locazione di un appartamento arredato non è una discriminante. Ciò vuol dire che la durata del contratto di affitto di una casa arredata è la medesima di un contratto di locazione per uno stabile non arredato.
La durata del contratto, quindi, può essere la classica: 4+4 (quattro anni con rinnovo automatico per ulteriori quattro anni) o 3+2 (tre anni con rinnovo automatico di ulteriori due anni). Quindi, in base al tipo di contratto di locazione la durata è di 8 o 5 anni. E’ possibile sfruttare un contratto d’affitto per studenti fuori sede, per uso transitorio o per casa vacanza. Il contratto di locazione dell’immobile arredato, come puoi vedere, non varia in base al fattore “arredato” o “non arredato”. Anche le modalità di registrazione del contratto d’affitto non variano.
Affitto immobile arredato
Se vuoi affittare casa agli studenti o comunque disponi di una casa arredata da affittare, è buona prassi specificare, nel contratto d’affitto, le condizioni e la tipologia d’arredo presente all’interno dell’appartamento.
Se la casa è destinata a lavoratori trasfertisti o studenti fuori sede, puoi stipulare un contratto di locazione a uso transitorio. Stesso discorso se vuoi affittare la casa già arredata esclusivamente in un periodo dell’anno (come avviene per la classica casa vacanza).
Come premesso, in genere chi cerca una casa arredata in affitto intende impiegare l’abitazione a uso transitorio ma questa è solo una tendenza e non costituisce una regola! Se l’immobile arredato a uso abitativo dovrà ospitare in modo stabile degli inquilini, è possibile che le parti possano accordarsi per i classici contratti di locazione dalla durata 3+2 o 4+4.
Si può affittare l’appartamento arredato usando un qualsiasi contratto d’affitto previsto dalla legge: a canone libero, a canone concordato, a canone agevolato, a uso transitorio…. L’unica cosa “differente” sta nell’aggiungere nel contratto le informazioni relative ai complementi d’arredo presenti nell’immobile locato.
Contratto di locazione appartamento arredato
In caso di locazione di un appartamento arredato è buona norma allegare un elenco di tutti i mobili e i complementi d’arredo presenti. Si tratta di una sorta di inventario che il locatore e il conduttore dovranno verificare insieme prima della firma del contratto.
La verifica è necessaria sì per controllare la completezza dell’inventario ma anche per constatare lo stato di conservazione / usura degli arredi presenti. Per questo motivo, non poche agenzie immobiliari consigliano di allegare oltre all’elenco che fa da inventario, anche una documentazione fotografica atta a testimoniare lo status dell’immobile dato in locazione.
Dopo la firma del contratto, questo potrà essere registrato ponendo agli atti anche l’inventario e quindi gli arredi presenti nell’appartamento oggetto di locazione.
Registrazione del contratto di una casa arredata in affitto
La registrazione del contratto di locazione è obbligatoria se la durata del contratto d’affitto supera i 30 giorni complessivi nell’anno solare o se formato per atto pubblico o scrittura privata autentica.
Al momento della registrazione del contratto di locazione vanno versate l’imposta di registro e l’imposta di bollo. In presenza di determinati requisiti è possibile “accedere a un regime agevolato” noto come locazione in cedolare secca. Per tutte le informazioni sulle imposte da versare con la cedolare secca e per capire se è possibile sfruttare questo regime d’imposta ti invitiamo a leggere l’articolo: cedolare secca.
Manutenzione appartamento arredato in affitto
Per capire chi deve coprire le spese di manutenzione degli elettrodomestici presenti e degli arredi (mobili, cucina, divano…) si sfrutta la regola generale che vede una distinzione tra spese di manutenzione ordinaria e straordinaria. Le spese di manutenzione ordinaria spettano all’inquilino (per esempio, se l’anta di un armadio si stacca o se bisogna pulire i filtri della cappa aspirafumi…) mentre quelle di manutenzione straordinaria (la lavatrice che non funziona, la caldaia che si rompe o il piano cottura che non eroga più gas…) spettano al proprietario.