“Penso che questa giornata non debba essere vissuta riproponendo antiche divisioni o vecchi pregiudizi. È il giorno in cui abbiamo riconquistato la nostra indipendenza, che ha avviato la rinascita della nazione e nel quale possiamo tutti rinvenire le radici del nostro patto costituzionale”. Cosi’, in un’intervista a la Repubblica il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in merito al 25 aprile.
“Non rispondo delle scelte di Salvini ma delle mie – aggiunge -. E dico che dobbiamo distinguere. All’origine di questa ricorrenza vi è una guerra civile, un evento lacerante per le coscienze di chi l’ha vissuta. Per onestà intellettuale potremmo noi stessi interrogarci su quale sarebbe stata la nostra scelta di campo se fossimo vissuti in quell’epoca: a favore della Resistenza, con la Repubblica sociale o in attesa dello svolgimento degli eventi. Ma questi dubbi oggi non hanno motivo di sussistere e non possono contribuire ad alimentare divisioni. Oggi noi dobbiamo festeggiare, insieme, il nostro patto fondativo, la scelta compiuta di riprendere il futuro nelle proprie mani”.
“Non intendo alimentare polemiche partitiche in questo giorno di festa nazionale”, sottolinea Conte, che aggiunge: “Non ritengo vi siano concrete possibilità che il nostro sistema democratico possa subire involuzioni autoritarie sino al punto di riprodurre un modello dittatoriale. I presidi democratici sono incisi nella nostra Costituzione e sono penetrati ormai a fondo nel tessuto della nostra vita sociale. Questo non significa che non dobbiamo vigilare affinché vi sia sempre, anche nel linguaggio, nel dibattito pubblico, nelle relazioni interpersonali, il massimo rispetto per i valori della dignità umana e della piena libertà personale”.
E alla domanda se non vede il rischio di un rigurgito di fascismo nell’Unione Europa, risponde: “Se ragioniamo di fascismo secondo un’accezione ristretta, direi certamente no. Siamo inseriti in un’architettura sovranazionale saldamente fondata su un patrimonio di valori costituzionali comuni. I diritti fondamentali sono oggi tutelati al massimo livello: dalla Carta di Nizza, dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e dalle tradizioni costituzionali comuni richiamate nell’articolo 6 del Trattato”.
“Le conquiste democratiche non possono essere ridiscusse – sottolinea -. Vero è che possiamo misurare il tasso di una democrazia in base all’effettivo grado di partecipazione dei cittadini alla vita politica, sociale ed economica, in base al grado di rispetto dei valori della persona, in base all’effettività della tutela dei diritti fondamentali”. Ed in merito ai tifosi della Lazio in trasferta a Milano, che hanno srotolato uno striscione inneggiante a Mussolini intonando cori fascisti, commenta: “Sono episodi inqualificabili che vanno contrastati applicando le leggi che già ci sono e rafforzando, quando necessario, i presidi di legalità e l’efficienza dell’apparato sanzionatorio. Ma questi fenomeni si combattono ancora più efficacemente diffondendo, soprattutto nelle scuole, la cultura del dialogo e del rispetto della persona”.