CONTE OTTIENE LA FIDUCIA DELLA CAMERA

Incassa la fiducia della Camera il governo Conte bis. Il via libera è arrivato con 343 voti favorevoli e 263 contrari. Gli astenuti sono stati 3. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha atteso l’esito del voto in Aula, seduto ai banchi del governo.

I deputati presenti erano 609, quelli votanti 606. La maggioranza è stata fissata quindi a 304 voti, ed è stata superata di 39 voti.

“Si è parlato di tradimento e addirittura sequestro del voto. Mi chiedo se la nostra Costituzione esista ancora o è stata stracciata”, così il premier nella sua replica dopo le discussione generale in Aula alla Camera sulle sue dichiarazioni programmatiche. “Il fatto che il leader di un partito possa decidere ogni anno di portare il Paese a elezioni secondo il suo desiderio o arbitrio è irresponsabile”, ha aggiunto Conte facendo riferimento a Matteo Salvini, mentre dai banchi dell’opposizione si levavano proteste e il coro “elezioni, elezioni”. Il presidente della Camera Roberto Fico ha dovuto richiamare più volte gli esponenti di Fdi e Lega che interrompevano il premier. “Questo comportamento da stadio in quest’Aula è inaccettabile. Fate terminare il presidente del Consiglio”, ha detto Fico.

“Si accusa di tradimento il M5S che ha subito una scelta di tradimento, assurdo. Il M5S, e lo apprezzo per questo, ha ritenuto di fare della coerenza il centro della propria virtù politica”, ha affermato ancora Conte, che ha poi criticato l’ex viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia, della Lega.  “L’espressione usata da Garavaglia, ‘imbullonati alle poltrone’ la considero volgare, non la trovo appropriata. Allora cosa devo pensare, che volevate andare a elezioni per avere più poltrone?”, ha chiesto polemicamente rivolgendosi ai leghisti, e ha aggiunto: “Mentre il M5S è stato coerente con il proprio programma voi dimostrate di essere coerenti alle vostre convenienze elettorali”.

“Questo è il momento del coraggio e della determinazione. Il coraggio di disegnare un Paese migliore. La determinazione di perseguire questo obiettivo, senza lasciarsi frenare dagli ostacoli”, aveva detto il premier nel suo intervento in Aula per le dichiarazioni programmatiche.

“Nella prospettiva di una graduale rimodulazione delle aliquote a sostegno dei redditi medi e bassi, in linea con il fondamentale principio costituzionale della progressività della tassazione, il nostro obiettivo prioritario è ridurre le tasse sul lavoro, il cosiddetto ‘cuneo fiscale’ – ha evidenziato Conte -, a totale vantaggio dei lavoratori, e individuare una retribuzione giusta, il cosiddetto ‘salario minimo’, garantendo le tutele massime a beneficio dei lavoratori, anche attraverso il meccanismo dell’efficacia erga omnes dei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative”.

“L’epocale fenomeno migratorio, che va gestito con rigore e responsabilità, perseguendo una politica modulata su più livelli, basata su un approccio non più emergenziale, bensì strutturale, che affronti la questione nel suo complesso, anche attraverso la definizione di un’organica normativa che persegua la lotta al traffico illegale di persone e l’immigrazione clandestina, ma che – nello stesso tempo – si dimostri capace di affrontare ben più efficacemente i temi dell’integrazione, per coloro che hanno diritto a rimanere e dei rimpatri, per coloro che non hanno titolo per rimanere”, ha spiegato Conte, che ha aggiunto: “Rivedremo la disciplina in materia di sicurezza alla luce delle osservazioni critiche formulate dal Presidente della Repubblica, il che significa recuperare, nella sostanza, la formulazione originaria del più recente decreto legge, prima che intervenissero le integrazioni che, in sede di conversione, ne hanno compromesso l’equilibrio complessivo”. 

 

 

 

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