Constitution vs common sense? Trump scatena Musk

di Stefano Vaccara
NEW YORK (ITALPRESS) – La tattica di Donald Trump di inondare gli avversari con una raffica continua di decisioni “shock” è una strategia ormai ben collaudata che mira a disorientare l’opposizione e i media, impedendo loro di concentrarsi su un singolo suo provvedimento. Questo metodo è stato definito dalla stessa squadra trumpiana “flood the zone” (inondare il campo), cioè continuare ad annunciare in rapida successione una serie di decisioni o dichiarazioni altamente controverse, costringendo i critici a inseguire continuamente nuove crisi senza il tempo di analizzarne nessuna in profondità.
Trump sfrutta questa tecnica per creare un ambiente caotico in cui l’opposizione ma anche i maggiori media faticano a mantenere il focus e intanto il pubblico resta disorientato. Così se un provvedimento preso da Trump genera scalpore, ecco che il presidente ne annuncia subito un altro ancora più divisivo, spostando l’attenzione e lasciando irrisolte le contestazioni precedenti. Questo approccio rende vana la mobilitazione contro una specifica iniziativa, perchè prima che si possa costruire una opposizione coerente e convincente per l’opinione pubblica, ecco che questa viene distratta da una nuova controversia.
Ma dopo giorni che l’opposizione appariva come un pugile messo all’angolo da un Trump scatenato, ecco che i democratici sembrano aver trovato l’obiettivo su cui focalizzare la loro attenzione.
Elemento chiave della partenza a razzo di Trump è Elon Musk, nominato a capo del Department of Government Efficiency (DOGE), il quale ha avviato l’assalto da “terminator” a diverse agenzie federali.
Una delle mosse più controverse è stata la chiusura improvvisa dell’USAID, l’agenzia per lo sviluppo internazionale degli Stati Uniti, con l’annuncio che quasi tutto il personale sarebbe stato posto in congedo amministrativo. I democratici hanno denunciato questo assalto definendolo incostituzionale, accusando Trump e Musk di tentare di smantellare parti cruciali del governo senza l’adeguata supervisione legislativa.
I democratici ormai definiscono le azioni di Trump e Musk come un “colpo di stato plutocratico” ma le loro obiezioni sono state finora bloccate dalla maggioranza repubblicana al Congresso, che continua a sostenere fermamente il presidente. Ad esempio, una mozione per convocare Musk a testimoniare davanti al Congresso è stata respinta dai repubblicani.
La base repubblicana che ha riportato Trump alla Casa Bianca del resto percepisce queste mosse del presidente come risposta alle promesse elettorali e necessarie per ridurre la burocrazia e riformare il governo.
I sostenitori di Trump vedono certe politiche affatto incostituzionali ma come passi decisivi verso la promozione degli interessi nazionali in linea con i principi dell'”America First”. I Repubblicani descrivono le politiche del Presidente Trump “di buon senso”, cioè come un ritorno a soluzioni semplici e pratiche che riflettono secondo loro i valori della maggioranza degli americani, come l’affrontare la sicurezza delle frontiere, l’integrità elettorale, i diritti dei genitori nell’educazione, l’esclusione delle atlete trans dalle gare femminili.
Ma i democratici insistono che Musk sia un cittadino privato non eletto, con un’autorità esagerata all’interno del governo federale senza un’adeguata supervisione. Questo include l’accesso ai sistemi di pagamento del Tesoro e all’infrastruttura e-mail dell’Office of Personnel Management con serie ripercussioni sulla privacy di tutti gli americani.
I senatori democratici non demordono e hanno chiesto un incontro con il ministro del Tesoro, Scott Bessent, per fare chiarezza “al più presto possibile” sulla vicenda dell’accesso da parte del Doge di Elon Musk ai sistemi di pagamento riservati del suo ministero.
Ma mantenere il focus sul pericolo principale rappresentato dall’azione di Musk resta sempre più difficile per i democratici. Come ha detto il senatore Chris Murphy (D-CT), Trump nella incredibile proposta sul futuro di Gaza in mano agli Stati Uniti (o come aveva già fatto con i dazi per Canada e Messico) raggiunge la massima distrazione mediatica di massa da quella che invece dovrebbe continuare a restare la notizia chiave: il presunto “colpo di stato” che Elon Musk sta portando avanti con l’autorizzazione di Trump e scavalcando il Congresso.
Così mentre i Democratici sostengono che le azioni di Musk come capo del DOGE rappresentino una violazione dei principi costituzionali, in particolare per quanto riguarda la separazione dei poteri, Trump con l’uso scatenato degli ordini esecutivi per attuare politiche come la repressione dell’immigrazione clandestina e l’eliminazione dei programmi federali sulla diversità, consolida l’appoggio delle masse di americani che volevano il ritorno del “common sense”.
Eppure, i democratici nelle ultime ore avrebbero avuto qualche successo nel tenere l’attenzione dell’opinione pubblica sul miliardario nonostante la “flood zone” mediatica di Trump. Un recente sondaggio mostra una significativa diminuzione del numero di repubblicani che desiderano che Musk abbia un’influenza sostanziale sugli affari governativi.
-foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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