Congedo di maternità per lavoratrici autonome e non, anche per donne disoccupate. Come funziona il sussidio di maternità per colf, badanti, libere professioniste, artigiane, donne con partita IVA, lavoratrici a progetto, lavoratrici a tempo determinato o indeterminato.
In questa pagina analizzeremo tutti i casi specifici fornendovi tutte le informazioni utili sul sussidio di maternità. Per requisiti generali e informazioni sui giorni di lavoro retribuiti che vi spettano, è disponibile la pagina: congedo di maternità prima e dopo il parto.
Congedo di maternità per madri disoccupate e lavoratrici: requisiti
Anche se siete state licenziate o comunque sospese dall’attività lavorativa avete comunque diritto al congedo di maternità, ovviamente in presenza di determinati requisiti.
Il congedo di maternità per le donne disoccupate o sospese può essere mantenuto solo nel momento in cui, il periodo di astensione per la maternità è:
– iniziato entro 60 giorni rispetto all’ultimo giorno di lavoro;
– iniziato dopo 60 giorni rispetto all’ultimo giorno di lavoro (solo se si può ancora beneficiare del contributo di disoccupazione, mobilità o cassa integrazione).
Se invece, negli ultimi due anni, il contratto di lavoro non era coperto da indennità di disoccupazione, il congedo di maternità è concesso solo nel momento in cui questi è iniziato entro e non oltre 180 giorni rispetto all’ultimo giorno di lavoro.
Inoltre dovranno risultare almeno 26 contributi settimanali versati all’INPS nei due anni antecedenti rispetto all’inizio del congedo.
Congedo di maternità per le mamme con lavoro a progetto (lavoratrici iscritte alla Gestione Separata dell’INPS)
Il congedo di maternità spetta anche alle le lavoratrici iscritte alla Gestione separata dell’INPS in presenza di determinate condizioni.
Rientrano nella categoria delle lavoratrici iscritte alle Gestione separata dell’INPS tutte quelle donne che svolgono impieghi come:
– lavoratrici a progetto;
– associate in partecipazione;
– libere professioniste senza cassa;
– venditrici porta a porta.
In presenza di queste tipologie di professione il beneficio spetta nel momento in cui, durante i 12 mesi precedenti rispetto all’inizio del periodo di congedo, siano stati accumulati almeno tre contributi mensili.
Congedo di maternità lavoratrici autonome (artigiane commercianti, coltivatrici dirette)
Le lavoratrici autonome come imprenditrici agricole, colone e mezzadre o artigiane possono ottenere il congedo di maternità se presentano copertura contributiva per maternità e nel momento in cui possiedono la cosiddetta qualifica di lavoratrice autonoma.
Tale qualifica è indicata nell’ iscrizione nella gestione previdenziale. L’indennità per il congedo di maternità potrà partire solo successivamente rispetto alla suddetta data d’iscrizione.
Congedo maternità lavoratrici agricole a tempo indeterminato e a tempo determinato: requisiti
In base all’articolo 63 del Testo Unico le lavoratrici agricole a tempo determinato o indeterminato possono beneficiare del congedo di maternità se, nell’anno durante il quale potrebbero sfruttare il congedo, risultino braccianti comprovate e dunque iscritte nei cosiddetti elenchi nominativi annuali con almeno 51 giorni d’attività lavorativa.
Congedo di maternità per colf e badanti
Le lavoratrici addette ai servizi domestici e familiari (come colf e badanti appunto) hanno diritto al congedo di maternità se:
– hanno accumulato almeno 26 contributi settimanali (durante l’anno precedente rispetto alla data d’inizio del congedo);
hanno accumulato almeno 52 contributi settimanali (nel corso dei due anni precedenti rispetto alla data d’inizio del congedo).
Congedo di maternità lavoratrici ex INDAP e dipendenti della Pubblica Amministrazione
Le donne che lavorano per la Pubblica Amministrazione, come le lavoratrici dipendenti dell’ex INDAP e ENPALS non possono fruire del congedo di maternità o quantomeno non quello direttamente disciplinato dal Testo Unico maternità.
Coloro che rientrano in questa categoria di lavoro potranno beneficiare di particolari forme di congedo maternità a loro riservate e condizionate dalle disposizioni normative e contrattuali della Pubblica Amministrazione.
Generalmente queste tipologie di congedo seguono condizioni pressoché uguali a quelle tradizionali se non, addirittura più favorevoli.