RIMINI (ITALPRESS) – “Le imprese e la filiera del farmaco hanno giocato un ruolo di primo piano nel ruolo nella risposta alla pandemia”: lo ha spiegato Camillo Rossi, direttore sanitario Asst Spedali Civili Brescia, introducendo il talk “La filiera italiana del farmaco e l’emergenza” al Meeting di Rimini. “Diverse aziende italiane stanno partecipando alla costruzione della filiera nel nostro Paese con la produzione di vaccini anti Covid e non solo – ha aggiunto – il comparto farmaceutico italiano ha oltre 34 miliardi di produzione ed è leader in Europa di produzione di farmaci. Oltre a tutto questo è un settore in crescita non solo nel fatturato, ma anche per la capacità di creare lavoro”. All’incontro hanno partecipato da remoto Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria; Enrique Hàusermann, presidente di Egualia e Alberto Vacchi, presidente e Ad di IMA. “C’è stata una grande capacità delle imprese di mettersi insieme come per produrre, per esempio, i vaccini”, ha spiegato Scaccabarozzi.
“La ricerca ha portato a trovare vaccini in tempi rapidissimi, ognuno ha messo la sua parte – ha proseguito – Oggi abbiamo solo quattro vaccini approvati, che stanno facendo la loro parte, ma ci sono 290 progetti di vaccini, 100 in studio sull’uomo. Non è stato facile neanche produrli, ma ci sono stati tanti piccoli ‘iò che si sono dati una mano e si sono messi insieme”. Poi il presidente di Farmindustria ha detto che “abbiamo lavorato tantissimo con le istituzioni per fare ricerca sui farmaci esistenti per vedere se fossero efficaci o meno contro il Covid. Siamo i primi in Europa per sperimentazione clinica su questo. Nessuno ha lavorato da solo. Anche la collaborazione con l’amministrazione è stata importante. Sono state messe in atto procedure per l’approvazione dei vaccini mai viste prima. Il comparto farmaceutico italiano oltre a rappresentare 34 miliardi di valore della produzione, di questi ne esporta oltre l’80% in tutto il mondo”, ha poi aggiunto.
“E’ stato importante tutto quello che è stato fatto per gestire le carenze. Ci siamo trovati di fronte a un momento difficile. C’era una richiesta di farmaci esagerato in tutto il mondo. Ci siamo resi conto che avevamo un ruolo di responsabilità importante e non potevamo far mancare farmaci a tutti i malati, non solo di Covid. Abbiamo dato continuità quindi alla produzione e abbiamo gestito le carenze in modo tale che non ci fosse mancanza vera di farmaci. L’Italia ha giocato un ruolo straordinario nell’assicurarsi risorse aggiuntive in termini di Pnrr. Noi lo abbiamo valutato e se sarà fatto bene come ci auguriamo, ci sono opportunità importanti anche nel nostro settore. Abbiamo fatto un’analisi all’interno del nostro settore – ha dichiarato – abbiamo pronti 4,7 miliardi di investimenti facilmente cantierabili in ricerca, produzione e sviluppo e soprattutto siamo pronti a investire sui giovani con ulteriori posti di lavoro. Dallo studio con tutte le imprese abbiamo un’opportunità di lavoro per impiego diretto di 7-8 mila giovani e con il settore di tutta la filiera con l’indotto potremmo arrivare a 25 mila nuove assunzioni se il piano del Pnrr sarà portato avanti bene”.
Poi Scaccabarozzi ha concluso affermando come “abbiamo un’opportunità senza precedenti di investimenti importanti. Speriamo che siano fatti con cognizione di causa e che non siano i soliti investimenti a pioggia fatti per accontentare tutti, ma che si vada lì dove serve e si consideri il servizio sanitario nazionale universalista ancora di più e si parta a una rifondazione che porti la salute nelle case dei cittadini e non viceversa”. Secondo Hàusermann “la sinergia che si è creata, come raramente accade, tra pubblico e privato ha garantito una grande efficienza senza la quale il sistema sanitario non avrebbe tenuto. Non dobbiamo sprecare questa crisi. Oggi ci sono delle opportunità di investimenti che fino a oggi noi non abbiamo mai avuto. Negli ultimi anni abbiamo sofferto la pressione sui prezzi che ci ha portati inevitabilmente a doverci rivolgere ad altri Paesi. Dobbiamo riportare in Europa produzioni di principi attivi e di determinati prodotti. Dobbiamo diminuire la dipendenza dai Paesi esteri e su questo ci stiamo lavorando”.
Poi ha lanciato un messaggio: “uno dei temi che dobbiamo far comprendere alla politica è che dobbiamo mettere al centro la questione che il farmaco è un bene e non un costo. E’ un bene per la salute e la collettività e garantisce il benessere della società in tutte le sue declinazioni perchè la società ha meno malati e può andare avanti”. Per Vacchi “come sistema italiano possiamo essere tra i più dinamici ed efficaci al mondo. Il vero tema è quello di uscire dalla logica emergenziale, in cui siamo abili e capaci, e renderlo strutturale. La burocrazia credo sia un ostacolo fortissimo che può essere superato con una direttiva forte da parte del Governo”.
(ITALPRESS).
Comparto farmaceutico settore in crescita anche per il lavoro
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