Come valutare un diamante e riconoscere quelli autentici. Fattori da osservare come il taglio, il colore, la purezza e il peso e consigli su come capire se si tratta di un buon diamante.
Dopo aver visto come valutare una barca usata, passiamo alla valutazione di un diamante, qui scendono in campo fattori più oggettivi da osservare e la valutazione deve essere lasciata solo a mani esperte. Vediamo quali sono i fattori da osservare e le caratteristiche di un buon diamante.
Vuoi entrare nel business delle pietre preziose e ti stai domandando come valutare un diamante?
Ebbene, è una domanda che ti devi assolutamente porre perché – come qualsiasi mercato – anche quello dei diamanti nasconde tantissime insidie che gli investitori meno accorti potrebbero sottovalutare, finendo con il pagare migliaia di euro un diamante che ne vale decine di volte di meno.
Ma come si valuta un diamante? Quali sono i passaggi che devi assolutamente are prima di fare un’offerta?
Le 4 C che ti aiutano a valutare un diamante
La prima cosa che devi sapere è che i principali fattori che influenzano e che determinano il valore economico di un diamante sono riassumibili nelle 4 C:
- Cut (taglio);
- Color (colore);
- Clarity (purezza);
- Carat (peso).
Esaminiamo ora, pur brevemente, ciascuna di queste determinanti.
Cut (taglio del diamante)
Il taglio è un elemento molto importante di un diamante, poiché in grado di influenzarne la brillantezza e, dunque, la percezione di bellezza. Se il diamante è tagliato con le giuste proporzioni, sprigiona una maggiore quantità di luce e, di conseguenza, esalta la bellezza della pietra. Un taglio di proporzioni errate invece non consente alla luce di riflettere correttamente sulle facce.
Oggi in commercio è possibile trovare diverse tipologie di taglie: a quello brillante a quello smeraldo, da quello ovale a quello marquise, da quello a goccia a quello a cuore, e così via. Ricorda comunque che è il taglio a brillante quello più diffuso, richiesto e commercializzato… e dunque quello che potrebbe avere per te più mercato!
Color (colore del diamante)
Passiamo poi a occuparci del colore del diamante che, nella migliore delle ipotesi… non dovrebbe esistere. Uno dei requisiti più ambiti dai collezionisti e dagli investitori è infatti l’assenza del colore. Tuttavia, è anche vero che un diamante perfettamente incolore è molto raro, e dunque esiste una scala di valori che premia anche quei diamanti non totalmente incolori, ma comunque tendenti a questa perfezione.
Non sottovalutare poi che esiste una categoria di diamanti fancy colors, ovvero diamanti ricercati proprio perché hanno tonalità di blu, rosa, verde, giallo, arancio e altri colori ancora.
Clarity (purezza dei diamanti)
Passiamo dunque al terzo requisito, alla terza C, la Clarity (o purezza). Ma cosa si intende?
La purezza di un diamante si misura mediante l’analisi delle sue imperfezioni. In realtà, è praticamente quasi impossibile trovare un diamante perfetto, cioè che non abbia nemmeno una minuscola imperfezione. Questo non significa però che le imperfezioni debbano essere sottovalutate (anzi!).
Le imperfezioni sono infatti elementi in grado di interferire con il passaggio della luce all’interno della gemma e, dunque, sono in grado di minacciare la sua bellezza. Per convenzione internazionale, la purezza dei diamanti viene classificata in una scala di valori a seconda della visibilità delle imperfezioni su vari livelli di ingrandimento. Le gemme che hanno inclusioni minori o nulle sono rare e molto costose.
Ad ogni modo, attenzione a non saltare a facili conclusioni. Anche i diamanti che hanno imperfezioni potrebbero infatti essere apprezzati in misura commercialmente molto interessante… a patto che le imperfezioni siano esterne, e dunque facilmente rimuovibili mediante operazioni di ritaglio e di pulitura che un gioielliere potrebbe essere in grado di fare, ammesso che sia un esperto tagliatore di diamante.
Carato (peso del diamante)
Concludiamo infine con il carato, ovvero con il peso del diamante. In cosa consiste? Un carato equivale a 0,2 grammi, e cioè un quinto di grammo. E, come probabilmente stai già pensando, un diamante che ha un peso in carati maggiore rispetto a un altro, ha una quotazione commerciale sicuramente superiore, a parità di altri elementi che abbiamo oggi esaminato pur in brevità.
Tieni però conto che non è sempre facile cercare di proporzionare il valore al peso. In altri termini il rapporto tra il peso e il valore non è direttamente proporzionale: guai a pensare che due diamanti da un carato, e un diamante da due carati, abbiano lo stesso valore complessivo!
In linea di massima, infatti, più un diamante è pesante, e più è raro (sempre, a parità di altre condizioni). Pertanto, un diamante che pesa 2 carati tenderà a valere commercialmente di più rispetto alla sommatoria di 2 diamanti da 1 carato, i quali varranno probabilmente di più rispetto alla sommatoria di 4 diamanti da 0,5 carati, e così via.