Avere la possibilità di guidare un’automobile è certamente una tra le più utili necessità nella vita odierna, in cui spostarsi per le motivazioni più svariate è un’abitudine all’ordine del giorno. Per compiere i propri tragitti quotidiani, chi vive in città è senza dubbio privilegiato dalla presenza di mezzi di trasporto pubblici. Avere a propria disposizione un’automobile, sia essa privata o fruibile mediante gli ormai diffusi servizi di Car Sharing, resta tuttavia una comodità della quale è divenuto difficile rinunciare. In questo articolo vedremo allora come prendere la patente B, il documento indispensabile per poter condurre un’auto in maniera del tutto autonoma.
Chi può prendere la patente B
Allo stato attuale delle cose, la legge prevede la possibilità di conseguire la patente di categoria B a partire dai 18 anni di età.
Per poter richiedere la patente, occorre inoltre dichiarare la residenza in Italia. I cittadini appartenenti a uno Stato membro dell’Unione europea o dello Spazio economico europeo, devono essere in possesso della residenza normale. Con il termine “residenza normale” si intende il luogo, sul territorio nazionale, in cui il cittadino dimora abitualmente, ovvero per almeno 185 giorni all’anno, per interessi professionali o personali.
Anche i cittadini extracomunitari possono fare richiesta per ottenere la patente B, presentando ulteriore documentazione, che include anche il permesso di soggiorno originale in visione e in fotocopia oppure in copia autenticata o in copia semplice, nonché la carta di soggiorno originale in visione e in fotocopia.
Dove si conseguire la patente B
La prassi abituale per ottenere la patente B consiste nel rivolgersi a un’Autoscuola o presso
l’Ufficio Provinciale della Motorizzazione Civile. La richiesta può essere inoltrata anche da privatista, ovvero decidendo di non frequentare le lezioni impartite dall’Autoscuola, studiando in maniera autonoma e presentandosi esclusivamente per sostenere gli esami previsti.
Gran parte delle persone hanno tuttavia l’abitudine di iscriversi a un’Autoscuola per poter seguire lezioni specifiche, tanto teoriche quanto pratiche. Rivolgendosi all’Autoscuola, il candidato può inoltre sollevarsi dal compito di presentare personalmente alla Motorizzazione la documentazione necessaria nei diversi passaggi per l’ottenimento della patente B.
Dopo la presentazione della domanda, la Motorizzazione rilascia una marca operativa. A partire da quel momento, il candidato ha a propria disposizione sei mesi per sostenere l’esame di teoria.
In questo arco temporale, il candidato può usufruire di due tentativi per superare l’esame. Nel caso in cui non riesca a superarlo al primo tentativo, ha l’opportunità di ripeterlo dopo un periodo minimo di almeno un mese. Se il candidato ottiene nuovamente un esito negativo, deve ripresentare l’intera documentazione, richiedendo così una nuova marca operativa.
Se riesce invece a superare la prova teorica, ottiene il cosiddetto “foglio rosa”, documento che permette di accedere alla prova pratica.
In cosa consiste l’esame di teoria per la patente B
L’esame di teoria consiste in un test di quaranta domande formulate come quiz. Per poter eseguire la prova, il candidato ha a propria disposizione mezz’ora di tempo. L’esame si considera superato se non presenta più di quattro errori, oltrepassati i quali non viene invece convalidato. Se non si supera l’esame la prima volta, viene offerta un’altra opportunità. Dopodiché è necessario ripetere tutta la procedura.
Una volta superato l’esame teorico, si ottiene il foglio rosa che ha una validità di sei mesi e autorizza il candidato a esercitarsi nella guida, seguito da una persona esperta. L’esperto non deve essere necessariamente un istruttore di guida. Il ruolo può essere rivestito da chiunque sia in possesso di patente B da almeno dieci anni e abbia un’età inferiore ai 65 anni.
In cosa consiste l’esame pratico per la patente B
In seguito al superamento dell’esame di teoria, si può accedere alla prova pratica che può essere tuttavia sostenuta solo dopo essere entrati in possesso del foglio rosa da almeno un mese. Per poter affrontare questo ulteriore passaggio è necessario esercitarsi nella guida di un’automobile, così da acquisire le capacità per condurla adeguatamente.
La prova pratica consiste essenzialmente in una valutazione della guida su strada e nell’accertamento delle abilità del candidato rispetto a manovre di vario tipo, dal parcheggio all’inversione.
Il periodo di pratica che precede l’esame può essere anche effettuato in maniera del tutto autonoma. Viene comunque richiesta la frequenza di un numero minimo di sei ore di lezioni pratiche da svolgersi in presenza di un istruttore di un’Autoscuola, su strade extraurbane ed autostrade, sia di giorno sia in orario notturno.
Se l’esame pratico non viene superato al primo tentativo, è possibile sostenerlo una seconda volta. Se si ottiene ancora esito negativo, è necessario ripetere l’intera procedura.
È inoltre opportuno sapere che chi possiede una patente di tipo A1, A2, A o B1 può conseguire la patente B svolgendo esclusivamente la prova pratica di guida, senza effettuare l’esame teorico.