Chi si sta chiedendo come divorziare in Italia deve sapere che con la riforma del divorzio è stato approvato nel nostro Paese anche quello Breve. Il divorzio breve è stato introdotto alla Camera con 317 voti favorevoli e 182 voti contrari.
Come funziona il divorzio breve ?
Grazie al divorzio breve è possibile, anche in Italia, divorziare senza mai mettere piede in un tribunale. L’unica controindicazione sono i contenziosi, infatti è possibile accedere al divorzio breve solo se tra marito e moglie non vi sono contenziosi e che sia trascorso un anno dal momento della separazione. Con il processo breve è possibile, quindi, divorziare davanti al sindaco o da un ufficiale di stato civile. Si accorcia l’iter e diminuiscono anche le spese.
Tornando alla domanda come divorziare in Italia, segnaliamo che con il divorzio breve i coniugi potranno comparire innanzi all’ufficiale dello stato civile del Comune (sindaco) per ufficializzare e concludere un accordo di separazione o di scioglimento del matrimonio, o ancora, di cessazione degli effetti civili e di modifica delle condizioni di separazione o di divorzio.
Non è obbligatorio farsi assistere da avvocati/difensori: grazie al divorzio breve è possibile divorziare senza avvocato.
Quando non è possibile usufruire del divorzio breve?
Il divorzio breve non è fruibile in caso di figli minori o di figli, anche maggiorenni, portatori di grave handicap o economicamente non autosufficienti. I coniugi possono usufruire del divorzio breve a condizioni che l’accordo non contenga atti con cui si dispone il trasferimento di diritti patrimoniali. Non è possibile avvalersi del dovorzio breve in caso di contenziosi tra i coniugi.
Viste le condizioni del divorzio breve, segnaliamo che per rendere ufficiale un divorzio bisognerà passare due volte dal sindaco. Infatti, dopo la prima richiesta, al fine di promuovere una maggiore riflessione sulla decisione di separazione, è stato previsto un secondo appuntamento con il Sindaco (in qualità di ufficiale di stato civile) a distanza di 30 giorni: il divorzio, seppur in forma breve, non va preso a cuor leggero, una separazione è sempre dolorosa e prima di procedere è bene interrogarsi su come salvare il matrimonio o se c’è qualcosa da poter fare per migliorare un rapporto che sembra giunto al termine.
Legge sul divorzio breve
Le novità introdotte dal divorzio breve vanno a modificare tre articoli della legge n. 898/70 sul divorzio; grazie alle modifiche, per divorziare, non saranno più necessari tre anni di separazione ma solo uno o addirittura solo 9 mesi e l’intero iter è reso più semplice.
Per citare la normativa, ecco le novità introdotte con l’approvazione del divorzio breve in Italia:
- Art. 1.
1. Al secondo capoverso della lettera b) del numero 2) dell’articolo 3 della legge 1º dicembre 1970, n. 898, e successive modificazioni, le parole: «tre anni a far tempo dalla avvenuta comparizione dei coniugi innanzi al presidente del Tribunale nella procedura di separazione personale anche quando il giudizio contenzioso si sia trasformato in consensuale.»
Sono sostituite dalle seguenti:
«dodici mesi dalla notificazione della domanda di separazione. Qualora alla data di instaurazione del giudizio di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio sia ancora pendente il giudizio di separazione con riguardo alle domande accessorie, la causa è assegnata al giudice della separazione personale. Nelle separazioni consensuali dei coniugi, il termine di cui al primo periodo è di sei mesi decorrenti dalla data di deposito del ricorso ovvero dalla data della notificazione del ricorso, qualora esso sia presentato da uno solo dei coniugi.».
- Art. 2.
1. Al secondo comma dell’articolo 189 delle disposizioni per l’attuazione del codice di procedura civile e disposizioni transitorie, di cui al regio decreto 18 dicembre 1941, n. 1368, sono state aggiunte le seguenti parole: «o di ricorso per la cessazione degli effetti civili o per lo scioglimento del matrimonio».
- Art. 3.
1. All’articolo 191 del codice civile, con l’approvazione del divorzio breve, è stato aggiunto il seguente comma: «Nel caso di separazione personale, la comunione tra i coniugi si scioglie nel momento in cui il presidente del tribunale autorizza i coniugi a vivere separati, ovvero alla data di sottoscrizione del processo verbale di separazione consensuale dei coniugi dinanzi al presidente, purché omologato. Qualora i coniugi siano in regime di comunione legale, la domanda di separazione è comunicata all’ufficiale dello stato civile ai fini dell’annotazione a margine dell’atto di matrimonio. L’ordinanza con la quale i coniugi sono autorizzati a vivere separati è comunicata all’ufficiale dello stato civile ai fini della stessa annotazione».
Cosa dice la legge: chi paga l’IMU e la Tasi in caso di coniugi separati o divorziati?
Per sapere chi deve assolvere al pagamento dell’Imu o della Tasi in caso di coniugi separati vi rimandiamo all’approfondimento intitolato: Imu per coniugi separati: come funziona?