Come aprire un ristorante in casa, normative di riferimento, regolamenti e cose da sapere per cucinare -a pagamento- in casa propria!
Iniziamo con la classica domanda: per aprire un ristorante in casa e cucinare a pagamento per altri ospiti, è necessaria la partita IVA?
No. Non serve la partita IVA se gli incassi non superano i 5.000 euro all’anno.
Si chiama home restaurant o social eating, sta riscuotendo molto successo nel mondo ma in Italia manca un regolamento definitivo. Vediamo tutti i dettagli e come muoversi per organizzare pranzi e cene in casa propria.
Ristorante in casa, normativa vigente e novità
Il primo disegno di legge sull’home restaurant risale al 16 giugno 2009. All’epoca la pratica del ristorante in casa era indicata come home food, nel Settembre 2016, la Commissione per le attività produttive ha iniziato a parlare di home restaurant e ha proposto un’unica legge che è stata approvata dalla Camera dei deputati solo il 17 gennaio 2017. Parliamo di una normativa relativamente recente che apre le porte a una nuova legge al senato.
Il Senato non ha ancora preso posizione così, l’ultima normativa proposta sembra essere congelata e per aprire un ristorante in casa, non vi è ancora un iter perfettamente regolamentato. Restano però regole generali da rispettare in qualsiasi attività che prevede la manipolazione degli alimenti.
La normativa di nuova introduzione, approvata dalla Camera ma non ancora dal senato, si compone di cinque articoli a cui dovrebbero aggiungersi dei requisiti di acceso e di esercizio alle attività commerciali e dei requisiti che fanno riferimento agli immobili all’interno dei quali sarà possibile svolgere l’attività di home restaurant.
Home restaurant, nuova normativa
Come premesso, in cantiere vi è una nuova normativa che si sta valutando al senato. Secondo tale normativa, chi svolge un’attività di home restaurant non può ospitare più di 10 coperti al giorno e non può andare oltre ai 500 coperti all’anno.
Sempre stando alla proposta di legge ferma al senato, per svolgere in regola l’attività di home restaurant, chi è ai fornelli deve limitare il contatto con il cliente -almeno in fase di prenotazione e pagamento-. Già, per la legge, c’è l’obbligo di farsi pagare il conto in anticipo e solo per via telematica.
Se la legge ferma al senato dovesse passare, chi decide di cenare o pranzare in un home restaurant ancor prima di aver consumato il pasto, dovrà saldare il conto e dovrà e farlo esclusivamente attraverso una piattaforma digitale. Si tratta di una grossa limitazione che, purtroppo, porrebbe dei limiti a chi intende aprire un ristorante in casa e magari sfruttare delle reti locali per ospitare clienti.
E’ per questo motivo che la normativa è stata pesantemente criticata dall’Agcm-Autorità garante della concorrenza del mercato. L’Autorità garante ha avanzato diversi dubbi sulle “limitazioni” che la normativa imporrebbe a chi vuole aprire un ristorante in casa e aprire le porte al social eating come attività continuativa.
La posizione dell’Autorità garante della concorrenza è chiara. Stando alla sua opinione, la nuova normativa (passata solo alla Camera e quindi non definitiva!) penalizzerebbe la diffusione dell’home restaurant in quanto vi è il divieto previsto di qualsiasi rapporto diretto tra utente cuoco e l’utente fruitore.
In pratica, con l’obbligo di prenotazione online e pagamenti anticipati, si andrebbero a discriminare i ristoratori tradizionali che vorrebbero un contatto diretto con la clientela. In più, il cliente, costretto al pagamento anticipato, potrebbe essere scoraggiato a sfruttare tale formula.
Il ddl non ancora approvato al senato, prevede diverse regole generali sia per l’inizio dell’attività sia per la gestione degli alimenti in ambito domestico.
- Regolamento CE 852/2004
Il regolamento afferma che la responsabilità principale della sicurezza degli alimenti ricade sull’operatore. Questo regolamento vede norme generali sui prodotti alimentari che devono essere applicate lungo tutta la filiera produttiva delle pietanze. Il regolamento nasce al fine di garantire la massima igiene dei prodotti alimentari. Prevede anche il rispetto della catena del freddo e l’adozione di adeguate misure di sicurezza alimentare. - HACCP
Al pari di un ristorante canonico, anche l’home restaurant deve valutare i fattori di rischio per prevenire la contaminazione di cibi e bevande. - SCIA
La SCIA è la Segnalazione certificata di inizio attività. Andrebbe fatta ai sensi dell’art. 19 della legge 241/90. Sarebbe questo il passo preliminare per poter aprire un ristorante in casa.
Gli incassi annui, per non dover aprire una partita IVA, non dovranno essere superiori ai 5000 euro.
La Scia è quella dichiarazione che vi consentirà di avviare l’attività di home restaurant o home food. La segnalazione va fatta agli uffici comunali della propria città di riferimento. Basta la scia e, per ora, non è previsto alcun obbligo di iscrizione al registro esercenti il commercio (ex registro Rec).
Oltre alla Scia, è necessario che l’immobile sia ad uso abitativo e che sia coperto da una polizza per la responsabilità civile verso terzi. In pratica, per aprire un ristorante in casa dovete essere assicurati o appoggiarvi a uno dei tanti servizi che fornisce un’assicurazione momentanea per le giornate in cui la vostra abitazione è aperta ai clienti! Si dovrebbe, inoltre, verificare che gli eventuali cuochi abbiano sottoscritto un’assicurazione per la copertura dei rischi derivati all’attività.
Come aprire un ristorante in casa
Attualmente, in mancanza di un regolamento, per cucinare a pagamento in casa propria e ospitare clienti, è possibile avvalersi di diversi servizi e piattaforme a tema.
Tra le tante, segnaliamo gnammo.com che promuove l’home restaurant offrendo una copertura / polizza momentanea al cuoco che intende cucinare in casa propria per un numero definito di commensali.
Le piattaforme come gnammo.com consentono l’incontro tra domanda (clienti desiderosi di provare pietanze ed esperienze nuove) e offerta (cuochi che intendono aprire un ristorante in casa propria). Prima di sottoscrivere l’iscrizione a qualsiasi servizio di home restaurant o social eating presente nel web, è importante leggere sempre i termini e le condizioni. Non tutte le piattaforme offrono copertura assicurativa e tutte, richiedono il pagamento di una percentuale o corrispettivo economico per iscrizione o evento.