Cinema, 2020 da dimenticare a parte il successo di Zalone

ROMA (ITALPRESS) – E alla fine, come spesso negli ultimi anni, meno male che Checco c’è. Zalone, ovviamente, che con Tolo Tolo (46 milioni di incassi) è riuscito a salvare il box office all’inizio del 2020, prima che il Covid spazzasse via il cinema in tutto. Cinema inteso come sale, perché di film ne sono usciti e pure tanti, ma sulle piattaforme, che oltretutto si stanno moltiplicando, diventando sempre più specializzate, come FarEastream, dedicata al cinema orientale e creata dal Far East Festival di Udine, o IWonderfull, braccio streaming di I Wonder Pictures, una delle distribuzioni più cinefile del panorama italiano.
Le riaperture dopo il lockdown, con distanziamento sociale, non portato grandi frutti, e anche i sei milioni di euro incassati da Tenet lasciano un po’ l’amaro in bocca, soprattutto perché il film di Christopher Nolan era stato annunciato come il film che avrebbe salvato il cinema, e alla fine non ha neanche soddisfatto il pubblico come ci si aspettava.
Restando a casa nostra, un anno che poteva dare grandissime soddisfazioni, partito veramente bene, con un box office che dopo anni era tornato ampiamente positivo, e con un rinnovato amore del pubblico per il cinema italiano, si è trasformato ovviamente in un disastro. La seconda chiusura, quella del 26 ottobre e che ancora è in corso, ha poi impedito l’uscita di molti film attesissimi, tra cui quelle che si preannunciano come i due cavalli su cui puntare quando, si spera presto, riapriranno i cinema. Freaks Out e Diabolik dovevano essere i due blockbuster italiani delle feste, adesso si dovranno riposizionare. Così come Non ci resta che il crimine 2, il nuovo film di Carlo Verdone, per non parlare del lungodegente 007, per cui si vocifera da settimane di un nuovo slittamento.
La crisi che ha colpito il settore non si smaltirà facilmente. Ma se le produzioni, pur con tutte le costose precauzioni del caso, sono ripartite, trovando nelle piattaforme di streaming anche un mercato importante, le distribuzioni cinematografiche e l’esercenza, quindi le sale, sono in fortissima sofferenza. Tutta la filiera andrà probabilmente ripensata, soprattutto per quanto riguarda le sale, a cui un’apertura parziale assolutamente non basterà dopo praticamente un anno di serrata. Soprattutto, bisognerà vedere quante sale riapriranno e quante invece non ce la faranno.
Il Covid ha comunque evidenziato l’assoluta fragilità di alcuni comparti del settore cinematografico, italiano e non solo, se à vero, e lo è, che anche colossi come AMC, la più grande catena di cinema del mondo, si è rivelata un gigante dai piedi d’argilla. In Italia sono tutti concordi che la riapertura dovrà essere completa e definitiva, altrimenti si rischia il tracollo. Si parla di date, anche se le associazioni di settore vorrebbero dal governo il giusto preavviso per poter ripartire con stile. Si parla di un periodo che va dalle quattro alle sei settimane. Una prima data buona poteva essere San Valentino, ma era davvero un’ipotesi romantica. Più facile che si parli inizio aprile, pandemia e vaccini permettendo.
Intanto anche i festival si stanno riposizionando, ammassandosi tutti nel periodo primavera-estate, cosa che provocherà un ingolfamento non indifferente.
Ma a questo, quasi ben venga una grande abbuffata estiva. Per l’industria, per gli spettatori, per la cultura in generale.
(ITALPRESS).

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