CHINNICI “MIO PADRE FU LASCIATO SOLO”

“Per noi familiari ogni anniversario ha un significato particolare”, ma “quello che segna di più questo anniversario viene dalla audizione di Paolo Borsellino che è stata pubblicata dalla commissione nazionale antimafia: Borsellino sottolineava la solitudine nella quale quei magistrati hanno lavorato, le istituzioni erano lontane”. Lo ha detto Caterina Chinnici, figlia di Rocco, ucciso dalla mafia 36 anni fa, a margine della celebrazione della strage di via Pipitone Federico, tenutasi come ogni anno, il 29 luglio a Palermo.

“Non comprendevano – ha aggiunto l’europarlamentare – la difficoltà di quel lavoro, la gravità di quei fatti di mafia. Se Borsellino alla fine degli anni Ottanta parla di quella solitudine, oggi è possibile comprendere meglio la solitudine di mio padre che lavorava ai fatti di mafia quando ancora di mafia non si parlava neanche negli ambienti giudiziari e quando ancora non vi era quella sollecitazione delle coscienze di cui tanto parlava mio padre e per la quale andava soprattutto nelle scuole, ma che si è avviata dopo la scomparsa di Falcone e Borsellino. Quindi oggi quel sacrificio adesso appare come un segnale”.

 

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