CHIEVO ATTENDE SENTENZA, NUOVO RINVIO PER FORMAT B

Il Chievo spera, i club esclusi dai ripescaggi in Serie B aspettano. Nel giorno successivo alla sentenza del Collegio di Garanzia dello Sport sul format del campionato cadetto, la giornata di udienze davanti al Tribunale federale nazionale della Federcalcio ha riservato altri colpi di scena. Innanzitutto il procedimento bis sulle presunte plusvalenze fittizie realizzate tra il 2014 e il 2017 da Cesena (fallito) e Chievo Verona, tornato a giudizio con il suo presidente Luca Campedelli dopo il pasticcio dello scorso luglio, quando la procura federale diretta da Giuseppe Pecoraro emise il deferimento senza prima ascoltare il proprietario del club veneto. Un comportamento che indusse il Tribunale federale nazionale a dichiarare improcedibile il processo, costringendo la procura a istruire un nuovo procedimento interrogando Campedelli. Così è stato, è arrivato il nuovo deferimento e questa mattina l’udienza di primo grado con una nuova sorpresa: il Chievo ha chiesto ancora l’improcedibilità.
Il motivo? Sul nuovo atto di deferimento non c’è la firma del procuratore Giuseppe Pecoraro ma di uno dei suoi aggiunti, un’eventualità prevista dal codice di giustizia sportiva solo in caso di impedimento dello stesso procuratore. “Ma, secondo la procura, Pecoraro non avrebbe potuto firmare perché era al mare: non meritano tutti un bel tapiro da ‘Striscia la notizia’?”, ha osservato l’avvocato Marco De Luca, difensore del Chievo, lasciando gli uffici del Tfn in via Campania. Il tribunale presieduto da Cesare Mastrocola deciderà nelle prossime ore, forse già oggi o al più tardi domani. Qualora dovesse respingere l’eccezione di improcedibilità avanzata dalla difesa, entrerà nel merito per valutare la richiesta sanzionatoria della procura: 15 punti di penalizzazione per il Chievo da scontare in questo campionato di Serie A e tre anni di squalifica per Campedelli. “Ma le contestazioni sono totalmente infondate – ha ribattuto l’avvocato De Luca – Per i calcoli e per i valori dei giocatori, la procura fa riferimento a certi siti internet e a valori che sono decisamente sbagliati per tutte le transazioni che sono state fatte in Italia negli ultimi anni”.
Se la decisione sul Chievo arriverà in poche ore, non altrettanto può dirsi sul tanto discusso format della Serie B. La discussione sul ricorso del Catania, unico club a “indovinare” il giudice giusto per affrontare il tema, è stata rinviata al 28 settembre. Il motivo? A seguito della decisione di ieri del Collegio, che ha ritenuto inammissibili i ricorsi di Ternana e Pro Vercelli invitando le società a rivolgersi appunto al Tfn, gli stessi club, ma anche il Novara e il Siena hanno manifestato al Tribunale federale la volontà di partecipare al dibattimento. Dunque tutto rinviato a fine mese per discuterne tutti insieme, ma intanto la Serie B va avanti e la Serie C parte. Cosa succederà se, nel mese di ottobre, il Tfn deciderà di annullare la delibera con cui il commissario Fabbricini ha modificato il format del campionato cadetto? La Serie B tornerà a 22 squadre? E chi verrebbe ripescato in quel caso? Tante domande alle quali nessuno sa, né può, rispondere.
“C’è stato uno strappo, delle lacerazioni – ha detto il presidente della Lega Pro Gabriele Gravina attaccando la decisione di Fabbricini sul format della Serie B – Servirà tempo per ricucire tutto. Intanto noi abbiamo scritto al commissario per chiedere ufficialmente le 7 promozioni in Serie B. Perché il prossimo consiglio federale dovrà parlare di riforma dei campionati, ma intanto va ripristinato il format a 22 squadre”. “Non avevo mai visto una situazione del genere, oserei dire in certi momenti drammatica – ha aggiunto il presidente dell’Associazione italiana arbitri Marcello Nicchi, alleato di Lega Pro, Lnd e Aic nella corsa verso le elezioni del 22 ottobre – Speriamo che tra un mese inizi un nuovo percorso democratico”. Ma intanto i club esclusi dai ripescaggi in B lottano ancora nelle aule giudiziarie: “Per il presidente del Collegio Frattini la Serie B andava riproposta a 22 squadre e non a 19 – ha dichiarato Pietro Lo Monaco, amministratore delegato del Catania – Mi auguro che il Tfn decida e metta la parola fine a questa querelle che ha fatto solo il male del nostro calcio ed è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”. Ma i tempi sono ancora lunghi e l’incertezza resta totale.
(ITALPRESS).

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