“Superare ogni sterile contrapposizione per andare a un progetto per il rilancio della Sicilia che sia quanto più condiviso. Perché, soprattutto in un momento difficile come quello attuale, quello che serve è coesione politico- istituzionale, progettualità e confronto per definire percorsi certi che traghettino una Sicilia rinforzata oltre il Coronavirus”. E’ il messaggio-appello lanciato dal segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, che ha presentato nel corso di un dibattito in videoconferenza il “Piano del Lavoro” elaborato dalla Cgil.
Mentre gradualmente si va verso la ripresa delle attività, la Cgil pone l’accento sulla necessità di mettere in atto tutte le iniziative utili a garantire la sicurezza sanitaria e di gettare contemporaneamente le basi per una vera e propria rinascita dell’isola. In programma la partecipazione al dibattito, del presidente e del vicepresidente della Regione Nello Musumeci e Gaetano Armao, del presidente dell’Anci Leoluca Orlando, dei ministri Nunzia Catalfo e Giuseppe Provenzano e del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.
”E’ un progetto aperto – sottolinea Mannino -, il nostro è il contributo per il superamento della crisi, e su di esso puntiamo a costruire il più largo dei consensi”.
In una trentina di pagine il sindacato affronta, tra gli atri, il tema dello snellimento burocratico immaginando “l’accelerazione dei processi amministrativi come la normalità, non l’eccezione nell’emergenza”. Inoltre, quello dell’ammodernamento del modello industriale con “strumenti meno orientati a mantenere in vita ciò che non regge più alla prova della competitività e più focalizzati sulla capacità di attrarre e attivare nuove energie in settori competitivi e più coerenti con le vocazioni della Sicilia”. A questo proposito la Cgil regionale propone la creazione di un “Centro per l’innovazione tecnologica”, con il coinvolgimento di Università ed enti di ricerca, come luoghi in cui “imprenditori e persone interessate possono prendere visione di nuovi modelli etico- sostenibili, diffondendo nel contesto siciliano ricerca e innovazione”.
La Cgil propone anche la riorganizzazione di un ente intermedio tra Comune e Regione cui affidare le competenze su alcuni servizi, come i rifiuti, le risorse idriche, le infrastrutture rurali”. Per quanto riguarda la sanità, i cui nodi stanno venendo al pettine soprattutto in questa fase, la Cgil chiede “una governance unica assieme al settore socio- assistenziale, creando un sistema integrato che trovi il suo punto chiave nella medicina territoriale, per dare risposte efficaci in termini di prevenzione e cura sanando la frattura esistente oggi tra settore socio- sanitario e territorio. Il piano della Cgil si rivolge sia al governo regionale che a quello nazionale “che – dice Mannino – su molti argomenti devono dare vita a tavoli congiunti”.
A Roma la Cgil chiede politiche attive del lavoro efficaci “perché è ormai assodato che il reddito di cittadinanza è servito a dare una risposta alla povertà – commenta Mannino – ma non è servito a rilanciare le politiche attive del lavoro”. Al governo nazionale la Cgil Sicilia sollecita anche interventi per il rilancio dell’istruzione “aumentando il tempo scuola nella primaria – sostiene Mannino – ma anche investendo sull’Università. E’ inaccettabile – sottolinea il segretario della Cgil – che le migliori risorse umane, i giovani, vadano sempre più a studiare altrove. L’Università, così come il mondo del lavoro devono potere risposte anche qui”. Tra le proposte della Cgil Sicilia “l’eliminazione dei test d’ingresso rinviando la verifica alla fine del primo anno accademico. Sarebbe un modo-ha osservato Mannino- per garantire pari opportunità di accesso agli atenei verificando poi nel merito, successivamente vocazioni e competenze”.
Con una serie di proposte operative, dunque, la Cgil prova a immaginare un nuovo modello di sviluppo per la Sicilia con al centro il lavoro, a partire da quello dei giovani e delle donne, i diritti, la sicurezza nel lavoro, la legalità e l’obiettivo della giustizia sociale. E lo fa spaziando dall’agricoltura, al manifatturiero, dalle infrastrutture materiali e immateriali al turismo, dalla pubblica amministrazione ai trasporti fino a un nuovo sistema di welfare che disegni adeguate politiche per l’infanzia, per gli anziani, per i soggetti deboli. Senza tralasciare le politiche per l’istruzione e la formazione e le iniziative per la legalità.
Tra le proposte, di un documento che da oggi è nelle mani anche del governo regionale e di quello nazionale, la creazione di un “Centro per l’innovazione tecnologica” a supporto dello sviluppo dell’industria, del turismo, del welfare, la riforma della pubblica amministrazione e del mercato del lavoro, investimenti per la realizzazione di nuovi impianti di produzione alternativi alla raffinazione tradizionale, un “Patto per la salute” tra regione enti locali e sindacati per un welfare di nuova generazione, lo sblocco della spesa per infrastrutture e per le aree interne, la destagionalizzazione del turismo, il censimento e l’ affidamento dei terreni sfitti e il controllo di quelli incolti per sottrarli alle agromafie.
(ITALPRESS).