Una manovra debole e “insufficiente” per far ripartire l’Italia, che “non crea prospettive di crescita e che vorrebbe porre fine a una politica di austerità senza però mettere in campo investimenti adeguati”. È questa l’analisi di Cgil, Cisl e Uil sulla legge di Bilancio 2019, emersa stamattina durante la riunione degli esecutivi nazionali dei sindacati confederali. Al centro dei lavori che si sono svolti a Roma, la valutazione del Def e le proposte da parte dei sindacati per la crescita e lo sviluppo del Paese.
Per al segretario generale della Cgil Susanna Camusso sono molte le criticità: “Manca una politica fiscale equa, una risposta per i lavoratori e i pensionati, manca un’ipotesi sul lavoro, sulla creazione di posti di lavoro, sugli investimenti per il nostro Paese, su misure che determinino processi redistributivi e di coesione del Mezzogiorno”.
Nel suo intervento la Camusso ha inoltre ribadito che “il contrasto alla povertà è senza dubbio una priorità per il Paese, ma la povertà non si combatte se non c’è lavoro e non si rafforzano le grandi reti pubbliche del Paese come la sanità, l’istruzione e i servizi all’infanzia e all’assistenza. Del tutto assenti sono poi i riferimenti all’innovazione nella Pubblica Amministrazione e al rinnovo di contratti in essere e di quelli futuri”.
In merito alla previdenza ha poi aggiunto che “è positiva l’apertura di una base di confronto su “quota 100″, ma sono assenti i riferimenti alla pensione di garanzia per i giovani, agli interventi a favore delle donne, alla separazione tra previdenza e assistenza”.
Sul versante fiscale ha invece fatto notare che “i provvedimenti annunciati sono iniqui e sbagliati in quanto con questa legge di Bilancio si sceglie di introdurre un nuovo condono che premia di fatto gli evasori”.
Per Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, è necessario un confronto: “Ci troviamo davanti a un contratto privato tra due soggetti politici che agiscono e mettono la rispondenza rispetto a quello che separatamente hanno garantito ai loro elettori, e non a un programma di Governo, dove dunque le rappresentanze sociali, elementi fondamentali di confronto per definire le strategie sul futuro del Paese, assumono una funzione assolutamente residuale. Per questo non possiamo accettare che Cisl, Cgil e Uil vengano ridotte a semplici interlocutori su aspetti molto specifici e territoriali”.
“Da questa giornata condivisa con Cisl e Uil esce un documento che contiene una proposta unitaria che intendiamo presentare per la prossima legge di Bilancio, e che verrà arricchita e discussa con i lavoratori e i pensionati in tutti i territori”, ha sottolineato Furlan.
Il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, è intervenuto in merito alla volontà condivisa con Cgil e Cisl, di un incontro e di un programma condiviso da stilare con il Governo per colmare quegli elementi di inadeguatezza e di carenza che la manovra presenta: “Vogliamo che nelle risorse che sono state appostate ci sia una riduzione delle tasse per i lavoratori e per i pensionati. E’ inutile ridurre le tasse solo alle imprese. Il 75% di queste lavorano per il mercato interno, e se i lavoratori e i pensionati non hanno potere d’acquisto non possono comprare i loro prodotti, pertanto anche se si riducono a zero le tasse alle aziende, esse chiuderanno ugualmente”.