Cessate il fuoco a Gaza, Hamas accetta la bozza di accordo

Mandatory Credit: Photo by Nasser Ishtayeh/SOPA Images/Shutterstock (14566797af) Palestinian firefighters extinguish the fire at a house of a Palestinian family after it was blown up by Israeli occupation forces as they stormed the Nour Shams Palestinian refugee camp, east of Tulkarm in the occupied West Bank. The Palestinian Ministry of Health said that a girl was martyred He is 40 years old and has a 15 year old child. An Israeli military operation in Nour Shams camp searching for Palestinian activists affiliated with the Palestinian resistance brigades. The Israeli-Palestinian conflict in Gaza, Palestine - 07 Jul 2024

OMA (ITALPRESS) – Hamas ha accettato una bozza di accordo per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio di decine di ostaggi, affermano due funzionari coinvolti nei colloqui. Un funzionario israeliano afferma ai media del suo Paese che sono stati fatti progressi, ma i dettagli sono in fase di definizione. Il piano dovrà essere sottoposto al governo israeliano per l’approvazione finale.

Il Qatar ha inviato a Israele e Hamas una bozza di accordo per porre fine ai combattimenti nella Striscia di Gaza e scambiare ostaggi israeliani con prigionieri palestinesi, in un primo passo volto a porre fine alla guerra durata 15 mesi. A una settimana dall’insediamento del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, alcuni funzionari affermano che nei colloqui ospitati da Doha è stata raggiunta una svolta e che un accordo potrebbe essere vicino. Ecco alcuni dei punti principali della bozza di accordo, secondo le dichiarazioni rilasciate ai giornalisti da un funzionario israeliano.

Ritorno degli ostaggi – Nella prima fase verranno rilasciati 33 ostaggi, tra cui bambini, donne, soldatesse, uomini con più di 50 anni, feriti e malati. Israele ritiene che la maggior parte degli ostaggi siano vivi, ma non ha ricevuto alcuna conferma ufficiale da Hamas. Se la prima fase andrà come previsto, i negoziati per la seconda fase inizieranno il 16° giorno dopo l’entrata in vigore dell’accordo. Nella seconda fase, oltre alla restituzione dei corpi degli ostaggi, verranno rilasciati anche gli ostaggi ancora in vita, tra cui soldati e uomini in età militare.

Ritiro delle forze israeliane – Il ritiro delle forze israeliane avverrà per fasi, mantenendosi tuttavia nei pressi del confine per difendere le città e i paesi israeliani ivi situati. Saranno inoltre adottate misure di sicurezza per quanto riguarda il corridoio di Filadelfia (Salah al-Din) a sud della Striscia di Gaza, con Israele che si ritirerà da alcune parti di esso dopo i primi giorni dell’accordo. 1) Consentire ai residenti disarmati della Striscia di Gaza settentrionale di tornare nelle loro zone, predisponendo un meccanismo per garantire che le armi non vengano trasferite lì. Le forze israeliane si ritireranno anche dal valico di Netzarim, nella Striscia di Gaza centrale. 2) I militanti palestinesi condannati per omicidio o per aver compiuto attacchi mortali saranno rilasciati, ma il numero di quelli rilasciati dipenderà dal numero di ostaggi ancora in vita, che è ancora sconosciuto. A coloro che saranno rilasciati non sarà consentito recarsi in Cisgiordania. Per quanto riguarda i combattenti di Hamas che hanno partecipato all’attacco del 7 ottobre 2023, Israele non li rilascerà.

Aumento degli aiuti – La quantità di aiuti umanitari inviati nella Striscia di Gaza aumenterà, poiché gli organismi internazionali, tra cui le Nazioni Unite, hanno avvertito che la popolazione sta affrontando una soffocante crisi umanitaria. Israele consente l’ingresso degli aiuti nella Striscia, ma ci sono controversie sulla quantità consentita e su quanta ne raggiunga chi ne ha bisogno, con saccheggi da parte delle bande criminali in aumento. Uno dei temi più vaghi nei negoziati riguarda chi governerà la Striscia di Gaza dopo la guerra, e l’attuale ciclo di colloqui non sembra aver affrontato questo problema a causa della sua complessità e del potenziale che potrebbe ostacolare un accordo a breve termine. Israele rifiuta il ruolo di Hamas nel governo di Gaza e si è opposto alla partecipazione dell’Autorità Nazionale Palestinese, istituita tre decenni fa con gli accordi di pace di Oslo, che esercita una sovranità limitata nella Cisgiordania occupata. Fin dall’inizio della sua campagna a Gaza, Israele ha affermato che manterrà il controllo di sicurezza sulla Striscia anche dopo la fine dei combattimenti. La comunità internazionale ritiene che Gaza debba essere governata dai palestinesi, ma gli sforzi per trovare alternative alle principali fazioni tra i membri della società civile o i leader dei clan si sono rivelati ampiamente infruttuosi. Secondo quanto riportato dal sito web statunitense “Axios”, che cita funzionari statunitensi, il Segretario di Stato americano Anthony Blinken dovrebbe annunciare oggi il piano del giorno dopo per governare Gaza e ricostruire la Striscia.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

 

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