L’esempio di Rocco Chinnici per i giovani, un’eredità per battere la mafia è il titolo dell’incontro nel corso del quale sabato, al Teatro Regina Margherita di Caltanissetta, con inizio alle 10, l’europarlamentare Caterina Chinnici e gli attori Ficarra e Picone incontreranno i ragazzi delle scuole superiori per un dialogo sul tema della legalità.
L’evento, riservato agli studenti, è stato organizzato dall’Amministrazione comunale in occasione dell’anniversario della nascita del magistrato fondatore del pool antimafia.
In programma la proiezione del cortometraggio Processo a Chinnici, presentato l’estate scorsa al Giffoni Film Festival. L’opera, prodotta da Ficarra e Picone e diretta da Marco Maria Correnti, mette in scena, con un cast interamente formato da adolescenti, un provocatorio e paradossale processo a Rocco Chinnici, accusato di avere osteggiato la pratica diffusa di intrattenere rapporti amichevoli con la mafia.
Anche attraverso alcune letture tratte dal libro “È così lieve il tuo bacio sulla fronte”, scritto da Caterina Chinnici, figlia di Rocco, saranno ricordate le innovazioni nei metodi investigativi introdotte dal capo dell’Ufficio istruzione del Tribunale di Palermo, ucciso dalla mafia nel 1983: dalle prime indagini bancarie all’intuizione della condivisione delle informazioni che ha poi influenzato la legislazione italiana ed europea per il contrasto alla criminalità organizzata.
E sarà ricordato il messaggio culturale che Rocco Chinnici rivolgeva proprio ai giovani, ai quali parlava recandosi spesso nelle scuole.
Dopo un intervento di Caterina Chinnici, la giornalista Ornella Sgroi intervisterà Ficarra e Picone. In apertura il saluto del sindaco Giovanni Ruvolo.
Sempre sabato 19 gennaio ma a Misilmeri, città natale di Rocco Chinnici, nel pomeriggio si terrà la cerimonia del Premio del premio dedicato al magistrato, promosso dal Comune. In rappresentanza della famiglia parteciperà all’incontro il figlio Giovanni Chinnici.
Le cosche assassinarono Rocco Chinnici il 29 luglio del 1983 facendo esplodere un’auto imbottita di tritolo in via Federico Pipitone, davanti al palazzo in cui il giudice e la sua famiglia vivevano. La detonazione provocò anche la morte di due Carabinieri addetti al servizio di tutela, il maresciallo Mario Trapassi e l’appuntato Salvatore Bartolotta, e del portiere dello stabile Stefano Li Sacchi, oltre al ferimento dell’autista Giovanni Paparcuri.