Carta carburante: come funziona, a chi serve e vantaggi soprattutto ora che per la detrazione delle spese carburante è necessario un pagamento tracciabile.
L’acquisto di carburante (GPL, gasolio/diesel, benzina o metano) è indicato tra le spese che si possono detrarre con la partita IVA.
Dal 1 luglio 2018, un provvedimento di legge ha gettato nella spazzatura la vecchia scheda carburante e per poter portare queste spese in detrazione è richiesto un pagamento tracciabile.
Come funzionava prima del 1 luglio 2018?
Liberi professionisti, imprese, ditte individuali e qualsiasi titolare di partita IVA compilava una scheda carburante a ogni rifornimento. In pratica ogni scheda doveva essere timbrata dal benzinaio che doveva indicare prezzo per litro (del carburante), prezzo complessivo e data d’acquisto. La vecchia scheda carburante, così composta, lasciava molto spazio a illeciti. I titolari di partita IVA meno virtuosi avevano la possibilità di “gonfiare le spese carburante” e, grazie a compilazioni mendaci della scheda carburante riuscivano farla franca in caso di accertamento fiscale.
Da luglio 2018, qualsiasi spesa carburante sostenuta dal contribuente deve essere pagata con mezzi tracciabili così come spiegato nell’articolo dedicato alla proroga 2019 della fatturazione elettronica carburante.
In questo contesto, tra i “mezzi tracciabili” figurano anche le cosiddette carte carburanti.
Carta carburante: come funziona
La carta carburante può essere richiesta e utilizzata da imprenditori, aziende e qualsiasi titolare di partita IVA. Dal 1 luglio 2018 tutti i liberi professionisti, lavoratori autonomi, ditte individuali e qualsiasi titolare di partita IVA è obbligato, per legge, a pagare le spese carburanti con mezzi tracciabili, vale a dire carta di credito, carta di debito, bancomat… e tenere, da parte, la contabilità della spesa fino a quando non sarà approvato il sistema di fatturazione elettronica.
La carta carburante è una carta prepagata o carta di credito destinata unicamente alla spesa di carburante. In pratica il titolare di partita IVA potrà gestire la spesa del carburante con una carta a parte.
Il mercato offre carte di carburante brandizzate (cioè legate a un particolare fornitore come ENI, Q8, Shell, Total, IP, ESSO, Tamoil…) oppure carte carburante multimarche o multicard cioè carte utilizzabili presso qualsiasi distributore.
La carta carburante non è una carta di credito ne’ di una carta prepagata perché consente il pagamento SOLO di carburante.
Il titolare di partita IVA può scegliere carta carburante ricaricabile (cioè che ricarica periodicamente e può usare per fare rifornimento fino all’esaurimento dei fondi) o carta carburante con addebito sul conto corrente (quindi con pagamenti tramite RID bancario).
Carta carburante: vantaggi
Oggi, qualsiasi titolare di partita IVA è obbligato a pagare le spese carburante con mezzi tracciabili e la carta carburante è tra questi. Chi non vuole dover gestire un grosso numero di fatture elettroniche legate alla spesa carburante (obbligatorie dal 1 gennaio 2019) oppure non vuole perdere tempo a trasmettere i propri dati di fatturazione al benzinaio esercente, può pagare direttamente con una carta carburante.
In questo modo si ottiene il vantaggio di avere un’unica fattura elettronica che viene costantemente aggiornata in base agli addebiti disposti sulla carta carburante.
In più, in caso di carta carburante con addebito sul conto corrente, è possibile un pagamento una sola volta al mese, con una dilazione di 20 giorni rispetto alla data del documento di addebito.
La fatturazione elettronica che diverrà obbligatoria nel 2019 non lascia spazio a contestazioni fiscali ma può essere macchinosa da gestire. La carta carburante, essendo una carta nata esclusivamente per il pagamento delle spese carburante, non solo non lascia rischi di contestazione fiscali ai fini della dichiarazione dei redditi, inoltre semplifica l’archiviazione delle fatture emettendo una fattura elettronica con resoconto mensile.
Carta carburante: quanto costa?
In genere, la carta carburante non comporta costi fissi di gestione e non richiede particolari condizioni di utilizzo.