BOLOGNA (ITALPRESS) – La situazione della minoranza transgender in carcere è al centro del convegno promosso dal Garante regionale dei detenuti Roberto Cavalieri, in programma mercoledì 9 aprile, dalle 14 alle 18, nella sede dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna in viale Aldo Moro 50 a Bologna. “Il transgender in carcere è soggetto a una situazione di doppia difficoltà, in quanto limitato della libertà e per la sua appartenenza a una particolare minoranza. Viene considerato di frequente parte ‘divisiva’ del sistema penitenziario e per questo servirebbe attivare percorsi personalizzati che tengano conto di questa condizione particolare e che non trascurino l’aspetto del disagio psichico che queste persone spesso manifestano”, spiega il garante Roberto Cavalieri.
Durante il convegno, dal titolo “Carcere, transessualità e limitazione della libertà personale. Dall’esperienza di Reggio Emilia all’Italia”, è previsto anche uno specifico approfondimento sulla sezione dedicata ai transgender nel carcere di Reggio Emilia, l’unica in Emilia-Romagna. Nella sezione reggiana (attiva dal 2018), denominata Orione, sono presenti una decina di transgender. Il problema per questa particolare categoria di detenuti, a Reggio Emilia come nel resto d’Italia (una settantina nelle carceri italiane), riguarda l’offerta di servizi rientranti nel trattamento in carcere, decisamente più carente rispetto ai detenuti maschi.
L’istruzione, la formazione professionale e l’accesso al lavoro, elementi essenziali nel percorso rieducativo rivolto ai detenuti, non vengono ancora garantiti ai transgender detenuti a Reggio Emilia. Situazione che si traduce per queste persone in un vero e proprio isolamento, con la conseguenza della violazione di un diritto fondamentale. L’assistenza sanitaria è un altro diritto inviolabile che deve essere garantito alle persone detenute. Nel caso dei transgender deve essere assicurata la fruizione delle terapie ormonali e della psicoterapia a supporto del percorso di transizione. Un aspetto che, però, non trova piena attuazione a Reggio Emilia, a causa della carenza in struttura di personale sanitario.
I relatori al convegno, oltre allo stesso Garante Roberto Cavalieri, sono Elena Carletti (presidente della commissione Parità dell’Assemblea legislativa), Marco Bedini (magistrato di sorveglianza a Reggio Emilia), Silvio Di Gregorio (provveditore dell’amministrazione penitenziaria dell’Emilia-Romagna e delle Marche), Giovanni Torrente (docente dell’Università di Torino), Giulia Fabini (presidente dell’associazione Antigone in Emilia-Romagna), Sofia Ciuffoletti (direttrice dell’associazione Altro Diritto), Samuele Ciambriello (garante dei detenuti della Campania), Bruno Mellano (garante dei detenuti del Piemonte), Annalisa Rabitti (assessora al Welfare nel Comune di Reggio Emilia), Antonietta Cozza (avvocata del Movimento identità transessuale), Cecilia Di Donato (responsabile della scuola di teatro MaMiMò di Reggio Emilia), Christian Cristalli (responsabile nazionale politiche trans per l’Arcigay), Maria Di Palma (funzionaria giuridico-pedagogica del PRAP Emilia-Romagna e Marche), Carmen Bertolazzi (giornalista, attivista e presidente dell’associazione Ora d’aria di Roma), Carmela Gesmundo (funzionaria giuridico-pedagogica degli Istituti Penali di Reggio Emilia), Daniela Falanga (responsabile nazionale carceri per l’Arcigay), Silvia De Giorgi (volontaria nel carcere di Ivrea), Francesco Santin (presidente della cooperativa Bhlyster di Belluno) e Porpora Marcasciano (presidente della commissione Parità del Comune di Bologna).
Il convegno vuole anche essere un momento introduttivo alle tante iniziative collegate alla giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia che si celebra il 17 maggio. Il convegno è promosso anche dal Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria dell’Emilia-Romagna e delle Marche.
– foto ufficio stampa Regione Emilia-Romagna –
(ITALPRESS).