CAPORALATO, FRANCONI CONSEGNA RELAZIONE A DI MAIO

Le azioni, i provvedimenti amministrativi, il quadro normativo, ma anche i risultati raggiunti ed i progetti futuri: il tutto, contenuto in una dettagliata relazione che la vicepresidente della giunta regionale della Basilicata, Flavia Franconi, ha consegnato oggi al vicepremier Luigi Di Maio, a margine di un tavolo operativo per la definizione di una nuova strategia di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura. La rappresentante dell’esecutivo lucano ha approfittato dell’incontro – che si è tenuto a Foggia, in Puglia – per mettere in evidenza le buone pratiche di una regione, che ogni anno, soprattutto nel periodo estivo, ospita diverse centinaia di migranti che si riversano nel territorio per il lavoro stagionale.  “La Regione Basilicata – ha sottolineato la Franconi nella sua relazione – si trova ad affrontare il tema dell’immigrazione sotto un duplice aspetto: quello legato all’arrivo dei richiedenti asilo e quello costituito dalla numerosa presenza di lavoratori stagionali, che per buona parte dell’anno vivono sul territorio regionale per lo svolgimento di attività agricole”.

“A tal proposito – ha continuato Franconi – manifestandosi quale regione accogliente, ha guardato con particolare attenzione al fenomeno, da un lato organizzando un sistema di accoglienza dei lavoratori immigrati per garantire una ospitalità dignitosa durante il periodo di permanenza sul territorio, dall’altro collaborando con tutti gli enti istituzionali preposti per favorire l’occupazione legale e sottrarre la manodopera agricola alle attività di intermediazione illecita dei cosiddetti caporali”. Tra le attività messe in campo negli ultimi anni dall’amministrazione regionale lucana, l’istituzione “della task force per il lavoro stagionale e dell’Organismo di coordinamento in materia di immigrati e rifugiati”, così come “le liste di prenotazione in agricoltura per agevolare, attraverso le attività dei centri per l’impiego, l’incontro tra domanda e offerta nel settore agricolo” e la legge regionale 13 del 2016 denominata “Norme per l’accoglienza, la tutela e l’integrazione dei cittadini stranieri migranti e dei rifugiati”. Nell’elencare i risultati raggiunti, la vicepresidente Franconi ha detto che “in relazione alle attività di contrasto al lavoro irregolare e al sistema di reclutamento illegale della manodopera nel settore agricolo, dal 2014 la Regione ha organizzato con proprie risorse un sistema di accoglienza attraverso l’utilizzo di un immobile situato nell’area di Palazzo San Gervasio (Potenza)”.

“Nella struttura – prosegue Franconi – sono presenti tutti i servizi essenziali di prima necessità, oltre che un ambulatorio medico ed uno sportello del centro per l’impiego”. Dal 2014 al 2017 sono stati ospitati nella struttura “oltre 1600 migranti a fronte dei 4500 che risultano assunti nell’area bradanica. Molti dei lavoratori che non hanno richiesto l’accesso alla struttura regionale – ha proseguito la Franconi – hanno trovato una sistemazione autonoma, altri hanno di contro continuato a occupare abusivamente casolari disabitati presenti nella zona o in insediamenti abusivi appositamente organizzati in concomitanza del loro arrivo dalle regioni contigue. Nel corso di questi anni si è registrata però una forte riduzione del numero di lavoratori che hanno scelto di risiedere in alloggi di fortuna anche in considerazione del fatto che, di concerto con le forse dell’ordine e con la Prefettura di Potenza, è stato eseguito lo sgombero del ghetto di Boreano”. 

Per il 2018 è stata appena avviata l’accoglienza, visto il ritardo della maturazione del prodotto “ma si hanno buoni motivi – ha aggiunto – per ritenere che la richiesta di alloggio sarà decisamente alta visto che il primo giorno si sono già presentati alla struttura 150 migranti. Ciò dimostra che si sta operando nella giusta direzione e che il centro sta diventando un punto fermo di riferimento per quanti lavorano nella zona”. La Franconi ha quindi ricordato che “nel corso della stagione 2017 è stato sperimentato, con la collaborazione delle organizzazioni sindacali e datoriali, un sistema di navetta a chiamata che ha fatto registrare una buona risposta da parte degli utenti. tanto che sono state trasportate con tale servizio oltre 400 persone”.
La vicepresidente Franconi, insistendo sul problema del trasporto dei braccianti ha però detto “che non può essere caricato sulle voci di bilancio che riguardano il trasporto pubblico locale, ma che deve essere finanziato con fondi statali”.
(ITALPRESS).

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