CANOA SLALOM. PER L’ITALIA 3 CARTE OLIMPICHE

Sale a tre il numero delle carte olimpiche per Tokyo 2020 conquistate dall’Italia ai Campionati del Mondo di canoa slalom a La Seu d’Urgell, in Spagna. Dopo il pass nel K1 femminile ottenuto sabato da Stefanie Horn, nell’ultima giornata di gare il team azzurro centra la qualificazione a cinque cerchi nel C1 femminile con Marta Bertoncelli (CC Ferrara) e nel K1 maschile con Giovanni De Gennaro (CS Carabinieri). Nel K1 Giovanni De Gennaro, Carabiniere di Roncadelle, non riesce ad accedere in finale e si ferma al quindicesimo posto con il tempo di 87.68 appesantito da un tocco fatale sulla risalita della porta 20. Al netto dell’errore il Carabiniere di Roncadelle effettua una buona discesa che vale il pass olimpico, ma certamente al di sotto delle sue possibilità.
Nel K1 erano in gara anche Marcello Beda (CC Bologna) che ha chiuso al 18° posto in 88.56 con una penalità in porta 22 e Zeno Ivaldi (Marina militare) che sporca la gara con due tocchi e un grave errore sulla combinazione finale 22-23, accumulando 4 secondi di penalità che lo relegano in 23^ posizione.

A portare a casa il titolo mondiale è il ceco Jiri Prskavec (84.26), bronzo a Rio De Janeiro,  seguito dalla Spagna di David Llorente e Joan Crespo, rispettivamente argento (85.96) e bronzo (87.22), abili a sfruttare le linee del canale dove si allenano giornalmente. “Un tocco millimetrico mi ha fatto perdere il posto in finale e c’è molto rammarico”, ha dichiarato De Gennaro. “Questo 15° posto mondiale è il peggior risultato della stagione, mentre mi sarebbe bastata una finale per darmi la garanzia di volare a Tokyo (la qualificazione viene assegnata alla nazione e non all’atleta, ndr). Ora che abbiamo la sicurezza della quota, ci si rimette in gioco lavorando duramente per conquistare il posto barca ai Campionati Europei di Londra del prossimo anno”.
Nel C1 femminile, invece, Marta Bertoncelli, la diciottenne del Canoa Club Ferrara, realizza una vera e propria impresa sul canale catalano di La Seu d’Urgell. L’azzurrina mantiene un ritmo di gara impeccabile e soprattutto una lucidità mentale da veterana, un piccola sbavatura alla penultima risalita la porta a chiudere al 15° posto con il tempo di 110.97.

Resta fuori dalla finale ma il risultato le permette di ottenere il pass per le Olimpiadi di Tokyo, il primo nella storia della canoa italiana nella canadese femminile. La medaglia d’oro va alla tedesca Andrea Herzog (100.52), davanti alla fuoriclasse australiana Jessica Fox (101.46) che si accontenta dell’argento in una prova macchiata da un tocco in apertura di gara. Bronzo all’austriaca Nadine Weratschnig (106.45). “E’ una gioia incredibile, è stata durissima con avversarie di primissimo livello. Non avrei mai pensato di poter arrivare a tanto, è il frutto di un lavoro di gruppo molto impegnativo portato avanti in questi anni con la mia società e con il gruppo azzurro e tutto lo staff tecnico”, il commento della giovane canoista. “Il bilancio di questo mondiale è sicuramente positivo perché tra i primi obiettivi avevamo le qualificazioni olimpiche”, ha commentato Daniele Molmenti che insieme ad Ettore Ivaldi dirigere il settore tecnico nazionale.

“Però da tecnico devo analizzare le performance degli atleti e capire cosa è mancato per arrivare alle finali o alle medaglie che per molti erano alla portata. Complessivamente abbiamo tre kayak con tempi da finale ma che sono incappati in penalità millimetriche, segno che si può e si deve lavorare sul controllo tecnico del mezzo. Beda ha dimostrato una grande crescita, mentre sia Ivaldi sia De Gennaro hanno forse ceduto alla tensione della competizione, non esprimendosi al massimo potenziale ma tenendo l’attenzione più sul controllo che sull’attaccare”. “Nel femminile Horn è una certezza che può crescere ancora nella costanza di prestazione. Nella canadese abbiamo avuto un progetto che ha portato i suoi frutti con Erik Masoero e le giovani ragazze che hanno dimostrato di aver lavorato con metodo e testa, soprattutto Bertoncelli che ha qualificato con una forte determinazione. Nella canadese maschile, unica categoria senza quota olimpica, ci sono state prestazioni discordanti con il potenziale degli atleti e dopo l’analisi che faremo ci sarà da sviluppare un lavoro dedicato al prossimo campionato europeo dove dobbiamo conquistare le quote mancanti per avere la squadra completa per Tokyo 2020”.

“Per arrivare fin qui abbiamo lavorato con un gruppo di quattro ragazze e con l’obiettivo di aumentare il livello fisico del gruppo”,  ha commentato Erik Masoero, tecnico della canadese femminile. “Abbiamo inoltre insistito molto sul concetto di squadra e sull’aspetto psicologico, facendole lavorare insieme e cercando di far crescere il livello complessivo. La progressione stagionale è stata davvero importante e le distanze con avversarie molto più esperte si sono sensibilmente ridotte”.

Vuoi pubblicare i contenuti di Italpress.com sul tuo sito web o vuoi promuovere la tua attività sul nostro sito e su quelli delle testate nostre partner? Contattaci all'indirizzo [email protected]