Cannes, “The substance”, in concorso il body horror con Demi Moore

Mandatory Credit: Photo by Rune Hellestad/UPI/Shutterstock (14492071e) French director Coralie Fargeat, American actor Dennis Quaid and actress Demi Moore attend the photo call for The Substance at the 77th Cannes Film Festival in Cannes, France on Monday May 20, 2024. Substance Photo Call, Cannes, France - 20 May 2024

CANNES (FRANCIA) (ITALPRESS) – La bellezza femminile può essere un dramma horror, anche estremo: pensate a qualcosa di più radicale dei lifting o delle rifiniture con protesi varie e la risposta è “The Substance”, che è il titolo del film girato dalla parigina Coralie Fargeat negli Stati Uniti, presentato in Concorso a Cannes 77. Quello che si chiama body horror, che giunge sulla Croisette con il peso di una riflessione a corpo aperto sul rapporto tra l’identità e la bellezza, sull’ossessione per la perfezione fisica e sul mito dell’eterna giovinezza ottenuta a colpi di fitness e chirurgia estetica. In scena c’è Demi Moore, come sempre pronta a giocare in chiave “politica” la sua femminilità e la sua bellezza, finalmente anche le sue rughe e la sua età: perfettamente in sintonia con una regista come la Fargeat, che fa parte del collettivo 50/50 a guardia della parità di genere nel sistema cinematografico globale. “The Substance” è una fiaba horror, o meglio una parabola sociale in cui attraverso l’immaginario horror più estremo si parla dell’ossessione della giovinezza, della perfezione fisica femminile e della bellezza come valore sociale assoluto. Demi Moore è Elizabeth Sparkle, star del cinema che col passare degli anni è restata aggrappata al successo in caduta dello show mattutino di dance fitness di cui è titolare.
Allo scoccare del suo cinquantesimo compleanno, Elizabeth viene messa poco gentilmente alla porta da Harvey (nome di certo non scelto a caso…), volgarissimo patron del canale televisivo interpretato da un debordante Dennis Quaid . Quando qualcuno le suggerisce di provare il programma di ringiovanimento “The Substance”, Elizabeth tentenna ma poi la disperazione la spinge a provare: il metodo di acquisto segretissimo non la scoraggia e nemmeno il sistema di vendita contactless e le istruzioni per l’uso che sembrano piuttosto delle regole di ingaggio: si inietta il siero giallo senza pensarci due volte e si ritrova senza sensi per terra con la schiena squarciata dalla quale viene fuori un’altra se stessa, molto più giovane e soprattutto incredibilmente più bella, che prende il suo posto per una settimana. Si fa chiamare Sue, ha la bellezza tagliente e levigata di Margaret Qualley e diventa senza problemi la nuova star dello show mattutino, con immediato record di ascolti.
Il problema è che il programma prevede l’alternanza settimanale tra la matrice Elizabeth e la sua sostituta Sue: l’equilibrio tra le due parti deve essere mantenuto, l’una deve nutrire l’altra e poichè questo puntualmente non accade, le conseguenze saranno drammatiche, anzi mostruose e grottesche, diciamo pure grandguignolesche… Coralie Fargeat concepisce una magnifica parabola sul rapporto invasivo che nella società contemporanea si è instaurato tra il mito della perfezione fisica e la necessità di accettarsi e essere accettati per quello che, col passare degli anni, si diventa. Gli schemi del genere horror, da sempre portati a utilizzare il corpo come confine estremo delle riflessioni sociali, vengono adottati dalla Fargeat sino alle estreme conseguenze, offrendo allo spettatore un’opera che non ha paura di praticare lo splatter in stile anni ’80, infarcito di citazioni che vanno da Brian De Palma a Brian Yuzna, passando per Hitchcock. Il faccia a faccia tra Demi Moore e Margaret Qualley raggiunge momenti di crudeltà degni del duetto tra Bette Davis e Joan Crawford ai tempi di “Che fine ha fatto Baby Jane”, ma quel che conta in un film come “The Substance” è che il divertimento assicurato dalle spinte estreme dell’horror porta a una visione plastica su problematiche centrali nel mondo contemporaneo. C’è da scommettere che piacerà alla Presidente di Giuria Greta Gerwig.

foto: IPA Agency

(ITALPRESS).

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