Cannabis a uso medico in Italia: come funziona la cannabis terapeutica o marijuana medica. Uso, prescrizione, ricetta medica e dove trovarla.
Attenzione: cannabis legale
In Italia la cannabis dal punto di vista medico è legale dal 2007, quando il Ministro della Salute Livia Turco riconobbe con un decreto l’uso terapeutico del cannabinoide delta-9-THC. Nel 2013, il successivo Ministro della Salute Renato Balduzzi estese la legalizzazione dei cannabinoide in forma vegetale, quindi anche in Italia furono riconosciuti a scopo medico gli impieghi della pianta di cannabis (parti vegetali, in particolare le infiorescenze della pianta), dei suoi estratti e preparati. Da quell’anno in poi sono nate diverse normative regionali atte a disciplinare l’uso della marijuana a scopo terapeutico con decreti esecutivi nella maggior parte di regioni d’Italia a partire dal 2015.
E’ importante capire che tutto questo non ha nulla a che fare con la cosiddetta “cannabis light” che dall’agosto 2017 si può trovare liberamente in commercio. La cannabis light che si trova in commercio è priva di THC e per questo non ha effetti psicotropi e viene commercializzata a uso ricreativo. Nel presente articolo non parleremo dell’impiego della cannabis legale a uso ricreativo ma ci soffermeremo sul sistema sanitario italiano e sulle normative vigenti in materia di cannabis medica, acquistabile in farmacia presentandosi con regolare ricetta medica.
Cannabis a uso medico in Italia
L’uso medico della canapa ha una storia millenaria e, in considerazione delle evidenze scientifiche attualmente esistenti, anche il Sistema Sanitario Italiano ha voluto affermane l’uso a scopo medico. E’ importante sottolineare che, anche se legalizzata a “uso medico”, l’impiego della cannabis non può essere considerato una terapia propriamente detta: gli esperti lo descrivono come un trattamento sintomatico di supporto ai trattamenti standard quando questi ultimi hanno ormai creato assuefazione, hanno prodotto effetti collaterali, se presentano delle controindicazioni oppure se i farmaci convenzionali non hanno prodotto gli effetti desiderati.
Per quanto detto, l’uso della canapa medica deve essere discusso a lungo con il proprio medico di fiducia così da poter valutare alternative o trattamenti più efficaci in base allo scopo da perseguire.
Non solo la cannabis a uso medico è legale ma può essere anche mutuabile in determinati casi. La prescrizione, infatti, può essere a carico del Servizio Sanitario Nazionale quando è presente una resistenza alle terapie convenzionali in caso di particolari diagnosi quali:
- Cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS. A tale scopo la cannabis è usata per stimolare l’appetito.
- Dolore cronico di natura neurogena quando altri farmaci antinfiammatori non steroidei, cortisonici o oppiodi siano stati inefficaci. A tale scopo, la canapa medica è usata come analgesico nella cura del dolore cronico.
- Sempre come analgesico può essere usata in caso di patologie che implicano spasticità come sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale…
- In caso di chimioterapia, radioterapia, terapie contro l’HIV… la canapa a uso terapeutico si può prescrivere per alleviare la nausea e vomito (effetto anticinetosico).
- Nel glaucoma, per sfruttarne l’effetto ipotensivo.
- Nella sindrome di Tourette per ridurre i movimenti in volontari del corpo.
Dopo aver visto gli effetti terapeutici della canapa medica, cerchiamo di capire quando può essere prescritta.
Canapa medica: prescrizione
La prescrizione a carico del Sistema Sanitario può essere effettuato solo nei casi elencati in precedenza. In casi non riportati nell’elenco degli effetti terapeutici, la canapa medica può essere sì prescritta ma la prescrizione (quindi l’acquisto del “farmaco”) è a carico del paziente.
La prescrizione può essere rilasciata dal medico di famiglia sulla base di un Piano Terapeutico redatto da un medico specialista del Servizio Sanitario Regionale.
Prima di acquistare canapa medica è importante tenere un colloquio con il medico specialista che ha il dovere di informare il paziente riguardo ai benefici e ai potenziali rischi dell’uso della cannabis. Al momento della prescrizione, il paziente infatti acquisirà il “consenso informato” così come previsto per tutti gli altri farmaci convenzionali.
Come farsi prescrivere la cannabis medica? Avendo un colloquio con un medico specialista e ricordandosi che la prescrizione è nominativa, non può essere ceduta a terzi e soprattutto, la ricetta medica dovrà essere rinnovata di volta in volta dal medico del Servizio Sanitario.
Come comprare cannabis legale a uso medico? Recandosi in farmacia con regolare ricetta medica. La ricetta dovrà essere consegnata al farmacista che rilascerà al paziente una copia timbrata (ricetta non ripetibile). E’ importante, all’atto dell’erogazione del “preparato medico” farsi rilasciare la copia della ricetta medica timbrata così da dimostrare, in caso di controllo, che si tratta di canapa terapeutica e non marijuana illegale proveniente dal mercato nero.
Bisognerà poi individuare quali sono le farmacie che hanno dichiarato la disponibilità alla preparazione galenica magistrale a base di cannabis, ma in genere ce ne sono numerose nella maggior parte di città italiane, anche su questo potrà essere lo specialista a fornire informazioni.
Cannabis legale a uso terapeutico: normative
Anche se l’uso terapeutico della canapa risale al 2007, in quelle circostanze la legalizzazione riguardava solo estratti di canapa (cannabinoide delta-9-THC) le normative riguardanti l’uso delle parti vegetali a scopo medico risalgono al 2015 e modifiche successive. Per un riferimento normativo segnaliamo:
- Il Decreto 9.11.2015 pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.279 del 30.11.2015.