“Comunque vogliamo definirla, il Mezzogiorno e` il vero assente dalle politiche. Penso che ognuno di noi senta disagio e anche indignazione per una politica che vuole proporci un Mezzogiorno popolato di persone sdraiate su un divano alla ricerca di un sussidio”. Così il segretario generale uscente della Cgil, Susanna Camusso a Bari durante il suo discorso nel corso della prima giornata dei lavori del XVIII Congresso nazionale della Cgil.
“Ben altra – ha detto – e` la cultura delle nostre regioni meridionali e se chiamano il lavoro “faticare” questo non sottende un rifiuto, semmai la consapevolezza di cosa vuol dire lavorare, la responsabilita` che ne deriva, la liberta` che potrebbe permettere. La manovra – ha sottolineato – non guarda al Mezzogiorno, e neanche il nuovo ‘decretone’. Non vi e` dubbio alcuno che vi sono responsabilita` delle classi dirigenti meridionali, anche recenti – ha sottolineato – ultima in ordine di tempo non aver utilizzato l’opportunita` data dalle scorse elezioni regionali di creare una rete dei Presidenti che – ha concluso – proponesse scelte comuni e condivise e indicasse un progetto”.
“Abbiamo voluto segnare una presenza nel Mezzogiorno perché c’è un tema di equità fiscale, ma c’è anche un tema di contrasto alla illegalità e alle mafie. Se penso a come viene svolto il dibattito pubblico sulla sicurezza sembrerebbe che siamo un Paese che non ha problemi di evasione fiscale, di lavoro nero, che non ha problemi di illegalità. Mentre Invece ne abbiamo molti in tutto il Paese ma sicuramente tanto dilagare della criminalità organizzata è una delle ragioni delle difficoltà del Mezzogiorno” ha concluso Camusso.