“Il piano per il lavoro della Campania contrasterà la fuga dei cervelli? Credo proprio di sì. Uno degli obiettivi fondamentali che ci siamo dati è esattamente questo. Evitare la desertificazione intellettuale della Campania. Non ci rendiamo conto che in ogni famiglia c’è un ragazzo o una ragazza costretto ad andarsene per poter vivere. È l’unica opportunità che da 15 anni la regione mette in campo per non essere obbligati ad emigrare”. Così Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, a margine della conferenza stampa sulla pubblicazione dei primi due bandi per il corso-concorso del piano per il lavoro della Campania, che ha come obiettivo l’assunzione di 10mila giovani. “È chiaro – prosegue – che resti in Campania se hai un lavoro che ti consente di farti una famiglia e una casa. Siamo soddisfatti soprattutto per questo motivo, oltre a rafforzare ovviamente la pubblica amministrazione”.
“Siamo partiti un anno fa – aggiunge – da un’indagine conoscitiva relativa ai vuoti di pianta organica: da una esigenza reale dei comuni campani che hanno segnalato quanto vuoti prevedevano in tre anni. La cifra portava a 10mila posti. Da qui nasce l’obiettivo. Abbiamo fatto un’interlocuzione col ministero della Funzione Pubblica, perché si tratta di contratti a tempo indeterminato. E ringrazio il ministro Giulia Bongiorno. Restano alcune criticità: la procedura è durata un anno. Siccome non tutti i nodi erano stati sciolti, abbiamo deciso di partire subito con un primo blocco di circa 3mila posti. Nelle prime ore si sono già iscritti oltre 2.170 candidati. E c’è ancora un mese. Sono 282 gli enti partecipanti, di cui 166 comuni. Si tratta di un piano di formazione-lavoro, per la sola Regione Campania. Il concorso è gestito dal Formez. Dieci mesi di formazione per la Campania, a mille euro al mese, il finanziamento è totalmente a carico della Campania, sia per la formazione che per gli oneri. Il concorso costa alla Regione 6 milioni di euro. Non ci sono paragoni sul piano nazionale”.
“Perché solo 166 comuni? La prima difficoltà e che i comuni hanno dovuto sottoscrivere 13 atti per candidarsi. È la prima demenzialità di questo Paese. Basta un atto di giunta e un passaggio col collegio dei revisori. Poi ci sono decine di comuni in dissesto e pre-dissesto. Alcuni Comuni stavano per candidarsi ma abbiamo deciso di mettere un punto fermo. Altre criticità: il tempo di validità della graduatoria, per la norma vale per il periodo di espletamento del concorso. È demenziale perché non puoi fare un concorso ogni tre mesi. Poi si mette a concorso un numero calibrato sui posti disponibili oggi, più il 20%. Poi l’ampiezza della graduatoria: in genere era il quadruplo. Noi avevamo proposto di avere una graduatoria di 10mila idonei e validità 3 anni. Ma ci hanno consentito solo il 20% di idonei. Questo problema resta aperto. Lavoreremo per avere in tempi rapidi un’iniziativa parlamentare per avere estensione temporale della graduatoria. Facciamo un appello a tutti i gruppi. Vogliamo poi dare la possibilità di aderire anche ad altri comuni. Nel caso non fosse così, faremo a mesi un secondo bando”.
“Ma mi pare incredibile che si debbano spendere altri 6 milioni per altri 3mila posti. Noi abbiamo preparato già un emendamento per fare un decreto o una proposta di legge. Ma i tempi dovrebbero essere immediati. Se non avviene, faremo un altro bando in autunno. Perderemo altri 5 mesi. Ci sarà prova preselettiva. Prove scritte. Non ci sono limiti d’età. Il primo blocco va a lavorare a ottobre. È un altro miracolo dopo le Universiadi. Si può partecipare per più profili? Si. Le domande entro l’8 agosto. Preavviso 15 giorni per lapreselezione. Posti a bando sono 1225 per categoria C è 950 per la D” coonclude De Luca.