Cambio di residenza rifiutato, cosa fare e quali sono le motivazioni che spingono un comune a rifiutare la richiesta di cambio di residenza.
La richiesta di cambio di residenza può essere respinta? Sì. Il Comune, in determinate circostanze, ha la facoltà di negare il cambio di residenza. Cosa può fare il cittadino? Può fare ricorso al prefetto.
Cambio di residenza respinto, le cause
La richiesta di cambio di residenza può essere rifiutata se il Comune, esaminando la richiesta di trasferimento di residenza, nota che in essa ci sono finalità diverse da quelle dichiarate.
Alcune persone, fanno richiesta di cambio di residenza non perché intendono vivere realmente in una casa diversa, fanno la richiesta per poter godere di riduzioni o agevolazioni fiscali oppure, nei casi più estremi, per sfuggire ai creditori rendendo più difficile il proprio reperimento a ufficiali giudiziari e postini.
Preso atto di questi strategie messe in atto da alcuni cittadini, un Comune ha tutte le facoltà per procedere al diniego della richiesta di cambio di residenza.
Al momento della richiesta di cambio di residenza, il Comune fa scattare una procedura di controllo che avverrà in modo posticipato. Un tempo, i controlli erano immediati, così il cittadino poteva organizzarsi e farsi trovare al momento del controllo. Oggi, l’ufficiale anagrafico posticipa i controlli a un momento successivo.
Presupposto necessario per ottenere il cambio di residenza è quello di abitare nel nuovo comune. Il Comune, dopo aver disposto il cambio di residenza, può fare dei controlli per verificare se il richiedente effettivamente vive presso l’indirizzo segnalato.
Quanto tempo ha il comune per rifiutare una richiesta di cambio di residenza?
Entro 45 giorni dalla richiesta di cambio di residenza, se la Polizia Municipale o altri addetti Autorizzati dal Comune dovessero eseguire dei controlli e stabilire che il richiedente non abita presso l’indirizzo indicato, il Comune può provvedere al rigetto del cambio di residenza.
Cambio di residenza rifiutato, cosa fare
Il cittadino ha 30 giorni di tempo per presentare ricorso al prefetto per diniego del cambio di residenza.
Il ricorso va presentato al Prefetto della Provincia in cui ha sede il Comune che ha rifiutato il cambio di residenza. Presentato il ricorso, il Prefetto chiedere al Comune di fare ulteriori verifiche al fine di chiarire la reale residenza del richiedente. In caso di accertata irregolarità il ricorso verrà respinto.
Se anche il prefetto respinge la richiesta di trasferimento di residenza, sarà possibile eseguire il ricorso all’azione del prefetto rivolgendosi al Tribunale Amministrativo Regionale entro 60 giorni dalla notifica o ricorso straordinario al Capo dello Stato, in questo caso si può agire entro 120 giorni dalla notifica.
Come fare ricorso al prefetto?
Non esiste una modulistica, bisognerà scrivere in carta libera le proprie motivazioni del ricorso. La domanda va presentata in carta da bollo e bisognerà allegare eventuali documenti che dimostrano l’effettiva residenza del ricorrente. Se disponibile, potrebbe essere comodo allegare una bolletta telefonica, un’utenza elettrica o qualsiasi documento che possa dimostrare che il richiedente effettivamente risiede al nuovo indirizzo.
Quando non è necessario fare ricorso
Fare ricorso al prefetto non è sempre necessario. Nessuno vi vieta di presentare un nuova richiesta al comune sollecitando dei migliori accertamenti. Nell’ideale, sarebbe meglio fare la richiesta di cambio di residenza a trasloco ultimato.
Cambio di residenza, tutte le informazioni
Quando si esegue il cambio di residenza, il nuovo indirizzo andrà poi registrato anche su determinati documenti. I vari casi sono stati riportati in articoli-guida dedicati.