ROMA (ITALPRESS) – "Cosa faccio oggi? Vivo. Ho sfruttato la decisione di quei maledetti della Fifa per un break totale dopo 45 anni. Me ne frego di una sospensione che è una roba da matti. Ora il caso è alla Corte dei diritti umani, a Strasburgo: non mi possono impedire di lavorare nel calcio". Squalificato per otto anni dal Comitato etico della Fifa con l’accusa di corruzione, sempre respinta al mittente, per aver ricevuto da Blatter un pagamento di 1,8 milioni di euro, pena poi dimezzata dal Tas di Losanna, Michel Platini torna a parlare sulle pagine de 'Il Corriere della Sera'. "La squalifica non mi ha toccato, non l’accetto: non mi sento squalificato – ha detto il 63enne dirigente francese, ex campione della Juventus e della Nazionale transalpina, che tra un anno si vedrà scadere lo stop – La Svizzera mi ha assolto, la Fifa doveva assolvermi e non l’ha fatto per ragioni politiche. Tutto è stato politico. Non so che farò poi. L’asticella era già alta, andare più su di dove sono arrivato è complicatissimo". Platini attende ora giustizia dalla Corte dei diritti umani: "Combatto sempre, non mi lascio piegare: un giorno la giustizia arriverà. Quando è attesa la sentenza? Per farmi fuori ci hanno messo due secondi. Avere giustizia è dura, dura, dura. Ma arriverà, sono sicuro".
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