“Negli ultimi anni tutti i settori sono stati sottoposti a dei cambiamenti sostanziali ed anche il nostro sta continuando ad evolversi, per diversi motivi. In primis, la disponibilità di reddito da poter investire nelle vacanze: la crescita della ricchezza a livello mondiale sta producendo un aumento del traffico. Secondo motivo: i trasporti, che sono migliorati in quantità e frequenza, spesso con prezzi più accessibili; e terzo, l’impatto che sta portando la tecnologia con l’accesso all’informazione: il cliente oggi può crearsi il proprio viaggio usufruendo delle informazioni disponibili e poi lo può chiudere e acquistare tanto nelle agenzie quanto sul web”. A raccontare com’è cambiato negli anni il modo di concepire la vacanza, in Italia e all’estero, è il presidente e amministratore delegato di Alpitour, Gabriele Burgio. Il turismo attuale ha delle caratteristiche dettate dalle esigenze dei tempi moderni: “Prima si partiva per vacanze molto lunghe, si traslocava per due o tre mesi nella casa al mare o in campagna dei nonni – ricorda Burgio in un forum nella sede romana dell’agenzia Italpress – Oggi tutto questo è finito e ci sono le vacanze ‘isteriche’, più brevi e più frequenti durante l’anno. E’ nata anche la vacanza invernale, la ricerca del sole tanto in destinazioni vicine, come ad esempio l’Egitto, o lontane, come l’Oceano Indiano e i Caraibi”. Le nuove tecnologie hanno inciso molto sul modo di fare turismo: “Alpitour quest’anno compie 73 anni, è stata fondata a Cuneo e negli anni ha contribuito ad introdurre i primi concetti tecnologici con dei centri meccanografici che venivano visitati da tutti. La velocità dello sviluppo è violenta, ci sono tanti capitali che entrano in questo momento nel settore, non solo da aziende del turismo che si stanno dotando di strumenti necessari per poter competere, ma molto e molto di più da aziende del software o della tecnologia che entrano nel mondo del turismo. La guerra dunque è un po’ asimmetrica”. L’Alpitour del futuro, secondo Burgio, dovrà avere tre colonne portanti: “La prima è un prodotto proprio, il più possibile con aerei, alberghi e dei brand di vacanza nostri. Il cliente che acquista la vacanza Alpitour è sicuro di stare in un sistema di trasporto e ospitalità garantito e completamente protetto, che include assicurazione, assistenza in loco, animazione nei villaggi e così via. La seconda colonna è la conoscenza del cliente, e cioè capire cosa vuole sempre di fronte alle tecnologie, che ci danno una mano per identificare i nuovi trend. Trend, e questa è la terza colonna, che poi si cerca di interpretare con l’ideazione di nuovi prodotti, come una località finora non sviluppata: siamo stati i primi a portare i clienti in Oman in forma organizzata, in Birmania e in Vietnam. Il tour operator deve avere il ruolo di aprire nuove frontiere”.
La diffusione del contagio del nuovo coronavirus in diverse regioni d’Italia rischia di creare un danno importante al settore del turismo: “Nelle prime settimane l’eco di questo problema è stata molto forte, abbiamo visto delle cancellazioni massive da tutti i paesi su viaggi in Italia. Stiamo anche vedendo una cosa sgradevole, la non accettazione di clienti con passaporti italiani in tantissimi paesi del mondo e questo ha creato dei problemi anche di sicurezza. C’è un ostracismo pazzesco, forse perché l’Italia è stata la prima ad identificare questo problema e a prenderlo molto seriamente. In altri paesi non hanno reagito con la stessa serietà e inizieranno a soffrirne”. Circa gli effetti prettamente economici, il numero uno di Alpitour sottolinea che “sono molto forti sul tessuto del turismo italiano, che non è conosciuto per avere una grande struttura finanziaria e patrimoniale. C’è una forte preoccupazione, anche a livello governativo si stanno prendendo delle misure per cercare di aiutare. L’incertezza massima è la durata – conclude Burgio – Se la situazione cambierà a breve termine, allora sarà ancora gestibile, ma se si prolungherà per mesi e mesi, ad oggi non siamo in grado di intuirne le conseguenze”.
(ITALPRESS).