I buoni pasto, vengono rivoluzionati, dalle nuove regole introdotte lo scorso mese, il 9 settembre. Da quest’anno sarà possibile cumulare i buoni, e utilizzarli non solo nelle mense e nei supermercati, ma anche in altre strutture. Ecco, tutte le nuove regole sui buoni pasto.
I buoni pasto 2018, aprono le porte a interessanti novità, che riguardano tutti i lavoratori che usufruiscono di questo ticket. Il buono pasto è volto al pagamento del pranzo o della cena, di coloro che lavorano durante gli orari destinati ai pasti. Con la nuova normativa sui ticket per i pasti, sarà possibile avere diversi vantaggi grazie al cumulo e l’utilizzo successivo, di questi, in strutture ristorative e alimentari.
Buoni pasto, cosa sono
I buoni pasto, come appena accennato, sono dei veri e propri ticket, forniti dal datore di lavoro, come un servizio sostitutivo, in assenza della mensa aziendale.
Questi voucher per il pranzo o la cena, possono essere sia elettronici che cartacei. Data la loro natura per uso alimentare, questi possono essere utilizzati per effettuare la spesa in prodotti alimentari. Questi, però potranno essere utilizzati anche in altri esercizi commerciali, come riportato dalla nuova regolamentazione.
I buoni pasto 2018 sono disponibili per tutti i dipendenti statali, comprese le forze dell’ordine, e per i lavoratori di ditte e aziende private. L’emissione dei buoni è affidata a una società terza, in Italia ve ne sono diverse che operano nel settore come: Ticket Restaurant, Day, Buon Chef, Sodexo ecc.
Queste società, garantiscono, grazie alla convenzione con l’azienda, al lavoratore la possibilità di consumare un pranzo o una cena, senza dover spendere i soldi della propria paga mensile, per mangiare sul lavoro.
Buoni pasto, come averli
I nuovi buoni pasto elettronici o cartacei, possono essere forniti a tutti i lavoratori part-time e full-time, che sono impegnati a lavoro durante l’orario dei pasti principali. A partire dal 9 Settembre 2017, la normativa dei buoni pasto, riportata con il decreto del MISE, prevede che questi possano essere utilizzati presso varie strutture alimentari, come:
- ristoranti
- supermercati della GDO
- agriturismi
- attività agricole
- mercatini
- spacci aziendali
- bar
Tutte queste attività, possono a discrezione del proprietario, accettare i buoni pasto. Di solito, supermercati, agriturismi, bar ecc…scelgono di consentire il pagamento solo con determinati ticket, e non nè accettano necessariamente ogni tipologia.
Una delle principali novità dei buoni pasto, però, non è solo l’ampliamento delle categorie di attività che possono accettarli, ma anche l’introduzione di un maggior numero di ticket elettronici. In questi anni, infatti, sicuramente si riuscirà a ottenere la completa conversione dei ticket cartacei in una vera e propria carta elettronica, in grado di cumulare l’importo dei buoni pasto. Questa poi potrà essere utilizzata, mediante un pin, per il pagamento tramite POS.
Buoni pasto, nuovi ticket elettronici
Con il nuovo decreto MISE, cambia anche la tassazione dei buoni pasto 2017. La nuova normativa prevede la deducibilità dei buoni. Infatti, seconda la Legge di Stabilità 2015, si possono detrarre sino a 7 euro dall’importo di ogni buono. Quindi, si otterrebbe, grazie alle nuove detrazioni circa 400 euro di reddito annuale in più.
Questa forte deducibilità, al momento, vale solo per i buoni elettronici. Per i buoni cartacei, l’importo massimo, deducibile è di 5,29 euro per ogni ticket.
Ci sono però altri vantaggi, con la nuova tassazione dei buoni pasto 2017 in formato elettronico:
- I liberi professionisti, soci, titolari di società con i nuovi buoni, possono accedere a una detrazione dell’Iva del 10%, e al 75% delle spese per i buoni.
- Le aziende, di grandi dimensioni, possono, grazie all’emissione dei ticket elettronici detrarre interamente l’Iva sui ticket.
- Le persone giuridiche possono detrarre il 100% del valore dei buoni, sia elettronici che cartacei
L’introduzione di questa nuova normativa in favore dei ticket elettronici, dovrebbe permettere il passaggio completo dal cartaceo, nel minor tempo possibile.
Buoni pasto 2018, nuove regole
L’importo dei buoni pasto, non è uguale per tutti i lavoratori, ma questo per le aziende private, cambia a seconda della decisione intrapresa dal datore di lavoro. Per i dipendenti pubblici, varia a seconda delle disposizioni date dal ministero competente.
I lavoratori assunti a tempo pieno, possono ricevere dall’azienda dei buoni pasto in formato elettronico o cartaceo, per un valore che oscilla tra i 2 e i 10 euro. Quest’importo sostituisce, il vitto che l’azienda dovrebbe garantire al proprio dipendente, dandogli così la possibilità di fare la spesa o di mangiare nei locali convenzionati.
I lavoratori part-time, non hanno sempre diritto ai buoni pasto, questi vengono rilasciati solo se sussistono alcune condizioni lavorative particolari. Un lavoratore part-time può usufruire dei ticket se:
- Il posto di lavoro è troppo lontano dal domicilio del lavoratore. Questo è così, impossibilitato a consumare il pasto a casa propria (ipotesi, confermata da una sentenza della Cassazione).
- L’orario di lavoro, copre la fascia oraria dei pasti principali
Questi sono gli unici casi, nei quali, un lavoratore part-time può avvalersi del diritto di ottenere un indennizzo per la mancanza della mensa.