Prime parole in francese, con lo stesso entusiasmo di un ragazzino che approda in un grande club, ma anche la sicurezza del campione che ha tanto da dimostrare a dispetto della carta d’identità. Gli anni sono 40, ma per Gigi Buffon c’è ancora spazio per una prima volta. Per la prima esperienza all’estero, una tappa che arriva dopo più di 20 anni come numero 1 dei numero 1. Adesso si ricomincia. “Sono molto contento di essere qui, sono estremamente eccitato per questa nuova avventura che mi dà un’energia particolare in un posto che ha un’atmosfera magica, ringrazio il presidente che mi ha voluto fortemente”, sono le prime parole di Buffon da giocatore del Psg, qualche ora dopo il primo allenamento con tanto di applausi di benvenuto da parte dei nuovi compagni. Al suo fianco c’è Nasser Al-Khelaifi, grande capo del club campione di Francia che lo presenta quasi con emozione: “Un grande portiere, un grande leader, un campione del mondo che ha vinto tanti trofei. Oggi comincia una bella storia per il Psg”, dice il patron che poi lascia spazio all’ex numero 1 della Juventus, uno che aveva pronto un futuro da dirigente della Signora ma che non ha resistito al richiamo del campo, alla voglia di misurarsi in una nuova sfida. “L’offerta del Psg è stata una sorpresa molto gradita per me, probabilmente, anzi sicuramente, stavo già programmando un altro tipo di futuro, ma dentro di me ho sempre avuto l’ambizione e la speranza che accadesse un qualcosa, perchè sento di avere dentro ancora qualcosa di importante da dare. E’ arrivata questa offerta, è accaduto quello che speravo, la vita è veramente imprevedibile”.
Con la Juventus ha sfiorato più volte la Champions, non è mai riuscito a mettere le mani sulla Coppa dalle grandi orecchie che ormai da anni è il suo primo obiettivo, proprio come il Psg, esattamente come Al-Khelaifi. “Ho iniziato molto prima di questo club la caccia a questo trofeo, ma non credo sia un’ossessione nè per me nè per il Psg. Ho acettato volentieri l’offerta del club perchè credo ci siano le condizioni per potermi migliorare sia come calciatore che come persona e questo non è un aspetto secondario – dice Buffon -. Credo di poter dare il mio contributo e di poter aiutare il Psg a migliorare un po’, quindi ad ambire a traguardi sempre più importanti. Quando inizia una stagione non puoi pensare solo alla Champions, sarebbe una follia e qui non siamo pazzi”. Al Psg trova Areola e Trapp, due che non hanno nessuna intenzione di cedergli la maglia, ma per Gigi Buffon meritarsi il posto è sempre stato un fatto naturale. “Sono sempre stato titolare a Parma, nella Juve e in Nazionale, ma mai nessuno mi ha detto lo che sarei stato a priori, la maglia me la sono conquistata sempre sul campo. Lo sport è questo, la competizione è questa, ho 40 anni, ma godo di un ottimo stato di salute fisica e mentale. Per esperienza so che per andare fino in fondo c’è bisogno di tutti, dei 25 giocatori e della società e credo che tutti, nell’arco della stagione, possano trovare uno spazio importante per essere protagonisti. Io farò di tutto per aiutare i miei compagni a rendere al massimo, l’obiettivo è dimostrare di essere ancora un grande portiere e credo che lo farò”.
La carta d’identità non è un fatto da sottovalutare, ma non è la prima cosa che conta. “Quando avevo 30 anni, pensavo di avere davanti ancora 2-3 anni di carriera, poi l’ho pensato a 34, a 36 e a 38, ora ne ho 40, ma ho giocato fino a pochi mesi fa in Nazionale e quando si è in Nazionale credo si possa dire di essere ai massimi livelli. Io voglio giocare fin quando sto bene e penso di essere tra i più forti, quando mi renderò conto che non è così sarò il primo a voler smettere. Sono stato 10 anni a Parma e 17 alla Juve, mi ero ormai creato una zona di comfort, ma in realtà ho sempre cercato la sfida, il misurarmi non solo come calciatore, ma anche come persona. Oggi ho fatto il primo allenamento con il Psg, con i compagni parliamo lingue diverse, ma abbiamo lavorato, riso e scherzato e i momenti di disagio iniziali saranno bellissimi da ricordare. Fra 1-2 mesi parlerò con tutti, diventerò anche un portiere migliore perchè conoscerò un altro modo di parare, secondo me si migliora così, allargando gli orizzonti”. Lo scorso anno ha avuto come compagno Matuidi, ex Psg con cui ha legato subito. “Siamo stati poco insieme ma avevamo un legame veramente speciale, l’affetto reciproco era molto forte, quando ha saputo che c’era la possibilità di andare al Psg, mi ha incitato a venire qui, mi ha detto che secondo lui c’era bisogno di una persona come me e che mi sarei trovato benissimo. Sapendo quanto mi vuole bene e quanto mi stimi, sapevo che il suo era un pensiero vero al quale ho dato anche ascolto”. Al Psg troverà, sempre che non vada via, un Neymar che esce male dal Mondiale.
“I momenti poco felici e difficili li abbiamo passati tutti nella nostra carriera e nella nostra vita, sono tappe che se affrontate nel modo giusto ti fanno migliorare tantissimo, credo che un campione come Neymar da una delusione come quella Mondiale possa tornare con una rabbia agonistica e una voglia di vincere incredibile. Se ne gioveranno i suoi compagni e il Psg”. Neymar è la stella dello scorso anno, lui, a 40 anni, quella della nuova stagione. Non un compito facile, ma Buffon è abituato a certe pressioni e a certe attese. “Sono arrivato alla Juve a 23 anni, avevo un’esperienza limitata, il mio mondo fin lì era stato solo Parma e considerando anche la spesa che fece la Juve per comprarmi, la responsabilità e il peso c’erano. Ora sono sbarcato a Parigi con l’entusiasmo di un ragazzo, la verità è quella, la carta d’identità non tradisce, ma penso che uno debba seguire l’energia e l’entusiasmo che ha dentro. Credo che lo sport sia cambiato molto, ci sono parecchi giocatori che a 34 anni sono considerati ancora i migliori, una cosa impensabile fino a qualche anno fa. Non vedo perchè un portiere, seppure a 40 anni, non possa ritagliarsi momenti belli e di grande passione, poi i 40 anni di un portiere possono essere i 33-34 di un calciatore”. Detto che secondo lui la Francia può vincere il Mondiale (“ha un grandissimo ct e grandi qualità”), Buffon torna brevemente sulla squalifica di tre giornate inflitta dalla Uefa per l’espulsione e le dichiarazioni post Real-Juve. “La mia decisione di venire a Parigi non dipendeva dalle giornate di squalifica, rispetto la decisione della Uefa, l’arrabbiatura per quello che è stato è passata, quindi si accetta la decisione senza fare polemiche inutili”.
(ITALPRESS).
BUFFON “VOGLIO DIMOSTRARE DI ESSERE ANCORA GRANDE”
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