BOLOGNA: BONGIORNO “PASSO INDIETRO”

“Premesso che rispetto le sentenze, e che quindi non intendo criticare i giudici di Bologna, perché so bene che si sono mossi nell’ambito della legge, devo però dire che non condivido il principio grazie al quale è stata ridotta la pena a un uomo che ha ucciso la sua compagna. Leggo che è stato valorizzato come attenuante il suo stato d’animo, determinato dalla gelosia. Ecco, tanto poco lo condivido, quel principio, che qualche anno fa presentai un disegno di legge che muove da una concezione opposta: e cioè che chi uccide in relazione ad un’offesa all’onore va punito più severamente, perché spinto da una concezione della donna come essere inferiore”. Così il ministro per la Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, in un’intervista a “La Stampa”.

“Ho letto solo pochi brandelli di quella sentenza – aggiunge – e mi riservo di approfondire, ma da quel che ho visto ci sono delle considerazioni che mi fanno tornare con la mente al passato remoto. Il delitto d’onore è stato abolito nel 1981 e prevedeva un’attenuante per l’uomo tradito, che sarebbe rimasto ‘sconvolto’ dal disonore causato da un tradimento coniugale. Spiegavo spesso nelle lezioni ai miei collaboratori: con il delitto d’onore, che riduceva la pena da 3 a 7 anni, la vita della donna valeva quanto quella di un motorino, perché chi dà fuoco ad un motorino aveva la stessa sanzione. Ma veniamo da secoli di legislazione contro le donne. Oltre il delitto d’onore, pochi ricordano che cosa fosse lo ’ius corrigendi’, ovvero il diritto dell’uomo di correggere la donna, picchiandola“.

“Rientra nella discrezionalità del giudice valutare le circostanze, la ’spinta’ a commettere un reato, e così anche lo stato d’animo entra nel processo – aggiunge il ministro Giulia Bongiorno -. Perciò so bene che il giudice si è mosso nell’ambito della legge, ma resta che non condivido il principio di questa sentenza che reputa un’attenuante la gelosia”. ”La Lega sta spingendo per una legge che impedisca il rito abbreviato per reati puniti con l’ergastolo. Lo Stato accorda automaticamente un forte sconto di pena a chi accetta di farsi giudicare rapidamente. Ecco, non mi sembra giusto che per un’esigenza organizzativa della giustizia si metta da parte la gravità del reato”.

Che fine ha fatto la sua proposta sul Codice Rosso per dare una corsia preferenziale alle violenze di genere? “Guardi – risponde Giulia Bongiorno -, come sa, porto il Codice Rosso nel mio cuore. Auspico che entro l’estate possa essere portato all’esame di entrambe le Camere. Noi però in Parlamento possiamo fare tutte le possibili leggi, ma è il Paese intero che deve fare uno scatto. Deve cambiare l’approccio culturale: la donna va considerata su un piano di parità in modo effettivo e non solo a parole. E non ci servono libri di grammatica che alla mamma attribuiscono i verbi ’stirare’ e ’cucinare’, e al papà ‘lavorare’ e ’leggere’. Dobbiamo darci tutti una mossa”.

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