Bologna anticipa la decarbonizzazione al 2040

BOLOGNA (ITALPRESS) – Raggiungere la neutralità climatica entro il 2040 con dieci anni di anticipo rispetto agli obiettivi europei. E’ l’obiettivo del Comune di Bologna con il Paesc, il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima approvato dal Consiglio comunale lo scorso 9 aprile. “E’ la sintesi – spiega la vicesindaca Valentina Orioli illustrando alla stampa i contenuti del Piano – di tutte le strategie ambientali dell’amministrazione messe a punto nel precedente e in questo mandato”. “Spesso – aggiunge – ci hanno detto che non abbiamo una road map verso la transizione ecologica, ma questo piano contiene il percorso”. La redazione del Piano è uno degli impegni che il Comune di Bologna ha assunto con l’adesione al Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia. “Nel 2018 – spiega ancora Orioli – la città aveva già tagliato le emissioni di polvere del 20% e questo è il punto base da cui si riparte per il percorso verso la neutralità climatica che in questo piano immaginiamo possibile entro il 2040”. Le azioni del Paesc arrivano a considerare uno scenario al 2030 che, attraverso le tecnologie già oggi disponibili, consentono di arrivare ad una riduzione delle emissioni di CO2 del 44%, pari a oltre 500 mila tonnellate di anidride carbonica ogni anno. Questo, però, “è un percorso – sottolinea la vicesindaca – di tutta la città a cui devono concorrere i cittadini e tutte le forze sociali ed economiche che hanno a cuore il futuro della città anche dal punto di vista ambientale”. Bologna dovrà diventare una città resiliente, solare e a basso consumo, attraverso interventi in tutti i settori (trasporti, patrimonio edilizio pubblico e privato, spazi aperti, infrastrutture verdi e blu). La rigenerazione urbanistica prevista nel Piano Urbanistico Generale propone la creazione di interi quartieri “ad energia zero” o addirittura a energia positiva, con produzione locale da fonti rinnovabili. Prevede una forte spinta alla transizione verso l’elettrico di tutti i consumi energetici, da quelli domestici fino ai trasporti pubblici, con grandi tagli alle emissioni di gas serra. La sola realizzazione della linea tranviaria elettrica che attraverserà la città sarà in grado di ridurre le emissioni di oltre 50 mila tonnellate di C02 ogni anno. In questa città elettrica verranno gradualmente eliminati i carburanti a base di carbonio tramite mezzi alimentati da energia rinnovabile, con l’uso di biogas derivato dai rifiuti organici (che già oggi alimenta molti autobus), con idrogeno verde, ossia prodotto dall’acqua a partire da energie pulite, e con i combustibili prodotti dai sistemi di immagazzinamento che convertono i surplus delle energie rinnovabili in gas (power-togas). Inoltre, il Piano prevede un aumento delle fitomassa urbana, attraverso l’aumento del verde pubblico, il rinverdimento degli edifici (tetti verdi), la realizzazione di fasce verdi polifunzionali e di mitigazione, nuove piantumazioni di alberi, nuove soluzioni per una gestione sostenibile delle risorse idriche e per migliorare la risposta idrologica del territorio comunale; questo sia per rispondere alla pressione negativa dei cambiamenti climatici (isole di calore, eventi meteorologici estremi) ma anche per migliorare la salubrità e la sicurezza territoriale della città Bologna. Sono otto i macro-ambiti di intervento. Tra questi le ondate di calore in ambito urbano, gli eventi estremi di pioggia e dissesto idrogeologico, la carenza e qualità della risorsa idrica. Sono, invece, sei le azioni chiave, ovvero misure di significative che affrontano gli aspetti di mitigazione e adattamento, avviate o già realizzate sul territorio comunale: riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica; progetto Geco “Green Energy Community” in zona Roveri; linea rossa del tram; programmazione di aumento del verde e delle alberature; interventi di riduzione del rischio idraulico e idrogeologico e di manutenzione dei rii collinari e del canale Navile; recupero delle acque dell’impianto Idar (impianto di trattamenti dei fanghi industriali di via Shakespeare) nell’ambito dell’accordo di programma regionale. Per Orioli la sfida più impegnativa è quella delle acque. “Il Comune – spiega la vicesindaca rispondendo ai giornalisti – non è un’autorità idraulica, ma la rete idrica sta dentro la città. Dunque, il ruolo che il Comune è chiamato a giocare nel lavoro di messa in sicurezza, bonifica e valorizzazione è molto impegnativo perchè di fatto giochiamo come playmaker ma non siamo proprietari della squadra e dobbiamo avere grande capacità di relazione”.
(ITALPRESS).

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