“Sarà un 2019 difficile. Il rallentamento della economia globale e della Germania, la fine del Quantitative Easing e una manovra economica cosiddetta espansiva ma che in questo scenario sarà prociclica, invece di contrastare la frenata, non possono che generare preoccupazione nel nostro mondo. Dobbiamo evitare che la preoccupazione si trasformi nel peggior male per il Paese e per l’economia del Paese, ossia in ansia”. Così il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, in un’intervista al Corriere della Sera, per il quale non si tratta di un ‘lamento’ degli imprenditori. “Non è questione di lamento, ma di partire dalle criticità per trovare soluzioni e non subire traumi. Lo facciamo ogni giorno nelle nostre imprese per reagire alla concorrenza e concentrarci sulle potenzialità cercando di rimuovere e superare le criticità”.
Quanto alla Finanziaria, Boccia osserva: “È una manovra espansiva, la crescita è un’altra cosa. Quello che occorre, adesso che la legge di Bilancio è approvata, è aprire tutti i cantieri pronti a partire. I costruttori dell’Ance hanno calcolato che sono bloccate in Italia 27 grandi opere al di sopra dei 100 milioni che se si avviassero darebbero lavoro a 400 mila persone con una ricaduta sull’economia di 86 miliardi”.
“Nel Paese – sottolinea il leader deli industriali – c’è una grande emergenza che si chiama lavoro. Occorre trovare soluzioni, creare occasioni di lavoro. Le analisi di impatto devono partire e puntare al calcolo dei posti di lavoro che attivano. Solo nel settore costruzioni ne abbiamo persi oltre 600 mila dall’inizio della crisi. Il lavoro è la prima delle emergenze”.
Secondo Boccia serve un’attenzione al mondo del lavoro “con un taglio netto del cuneo fiscale che tra tasse e contributi incide per oltre il 70%, nonché detassazione e decontribuzione totale dei premi di produzione per i contratti di secondo livello aziendale. Elementi che eleverebbero il netto in busta dei lavoratori cui andrebbe completamente a favore come indicato nel patto della fabbrica sottoscritto con Cgil, Cisl e Uil. Da avviare, inoltre, un grande piano di inclusione giovani con la decontribuzione e la detassazione totale per le assunzioni a tempo indeterminato. Così si può affrontare l’emergenza lavoro e lo si può fare guardando oltre la manovra perché molte misure non impattano sul primo anno”.