“L’Europa è imprescindibile. Possiamo criticarla per quello che non fa, per la lentezza delle sue decisioni, per il bizantinismo con il quale a volte legifera. Per gli uomini e le donne che sono al vertice che dobbiamo spingere a fare di più è meglio. Ma non mettiamo in discussione il principio che solo insieme potremmo continuare a generare benessere coesione sociale”. Lo ha affermato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, nel corso dell’Assemblea pubblica degli industriali.
“E, soprattutto, non ci lamentiamo con l’Europa – aggiunge – se non siamo presenti e non vigiliamo sui nostri interessi”, aggiunge.
“Il contesto che viviamo inizia a preoccuparci. E ci chiede di intervenire con saggezza, buon senso e consapevolezza delle nostre responsabilità. Del senso del limite”, ha sottolineato Boccia.
“Bisogna avere senso di comunità e consapevolezza del momento delicato della vita del paese. Inquadrare nella cornice giusta e non avere una visione limitata di quanto sta accadendo – ha aggiunto -, sapendo ben distinguere la questione italiana, ciò che dipende da noi, dalla questione europea, senza usare quest’ultima quale alibi per non affrontare la prima”.
Secondo il presidente di Confindustria “occorre ricucire lo strappo intergenerazionale, spostando l’attenzione oggi troppo rivolta le pensioni. Le pensioni sono importanti, un diritto acquisito e sacrosanto. Ma non possiamo scaricarne l’onere su giovani, già gravati dal peso di un debito pubblico che non hanno contribuito a generare. Meno enfasi sulle pensioni, allora, e più sul lavoro, che acquista una centralità assoluta. Il lavoro abbassa il bisogno di garantire chi un reddito non riesce a procurarselo”.
“La missione di oggi, tanto attuale quanto ignorata, è una sola: si chiama al lavoro. Più lavoro, più opportunità, più occupazione. Vogliamo un paese più giusto e inclusivo – ha aggiunto Boccia – ma che si incammini per la strada maestra del lavoro, prima di tutto ai giovani, e non prenda scorciatoie, per quanto allettanti, che possono solo condurre in vicoli ciechi. Ma per creare lavoro abbiamo bisogno che il paese comprenda fino in fondo L’importanza di avere un industria forte e competitiva, la vera questione nazionale”.